Il mondo ha ancora bisogno di femminismo?
In Italia come in molte parti del mondo sentiamo spesso risuonare questa domanda.
 Credo che la migliore risposta sia nel video uscito alcuni giorni fa in cui l`attrice Emma Watson, Ambasciatrice di buona volontà delle Nazioni Unite, intervista la giovanissima attivista Malata Yousafzai, premio Nobel per la Pace, in occasione dell`uscita del film Molala alei dedicato. Non c`è niente di più potente per le battaglie delle donne a livello globale dell`immagine di due ragazze di quell`età che riconoscono il potere ispiratore che ognuna ha avuto per l`altra, e che affermano con convinzione il loro essere femministe, nel senso di un`adesione senza riserve a un obiettivo di eguaglianza che nel mondo è ancora lungi dall`essere raggiunto. «Ho esitato molto prima di definirmi femminista ha detto IVIalala all`attrice inglese – ma dopo aver ascoltato il tuo discorso alle Nazioni Uniti, quando hai affermato ‘Se non ora quando? Se non io, chi altro?’ è stato allora che ho capito che non c`è niente di male a definirmi una femminista. Sono una femminista, e anche tu lo sei, perché femminismo è un`altra parola per dire eguaglianza».
Per questo, concordano le due giovani, è indispensabile che a dirsi femministi siano sempre più anche gli uomini, una convinzione che anch`io condivido pienamente. Un lavoro molto importante in questa direzione è stato svolto da UN Women con la campagna #HeForShe, a cui hanno già aderito quasi 500.000 uomini nel mondo.
Ma sempre più stiamo vedendo uomini prendere l`iniziativa anche in autonomia, come è successo il 5 novembre in Argentina, dove uomini hanno indossato la gonna e sfilato per le strade di Rosario, Buenos Aires, Mar del Plata e Tucurnàn, per protestare contro il femminicidio. «Uomini con le gonne, uomini che si immedesimano nelle donne» spiegano nel manifesto dellagiornata. «Uomini che dicono oggi ‘siamo tutti donne’ e siamo in pericolo. Uomini orgogliosi delle donne, che prendono un loro capo di abbigliamento come simbolo». «Se sei uomo metti la gonna», è stato il messaggio per chiamare alla partecipazione.
Un segnale di straordinaria forza contro la violenza sulle donne è venuto in questi giorni anche dalla Spagna, dove il 7 novembre 500mila persone, tra cui anche numerosi uomini, sono scese per le strade di Madrid, per protestare contro la ‘violenza machista’. Nonostante i progressi importanti introdotti dalla legge di 10 anni fa la società civile spagnola è molto sensibile al problema e chiede azioni più energiche per prevenire la morte di donne per mano maschile, già 41 quest`anno.
 È con questa forza che dobbiamo guardare alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si terrà come ogni anno il 25 novembre, con la consapevolezza che il lavoro da fare per cambiare la cultura che produce la violenza degli uomini contro le donne è ancora moltissimo. Lavorare per prevenire, attuando pienamente la Convenzione di Istanbul, apartire dall`impegno per un`ottica di genere nell`educazione, nei media, nell`economia. Per tutto questo, per costruire una società di donne e uomini fondata sull`eguaglianza di genere e libera dalla violenza, abbiamo ancora bisogno di femminismo. Di un femminismo nuovo, che parli alle giovani generazioni, che veda in prima fila in tutto il mondo ragazze e ragazzi, insieme, per il cambiamento.

Ne Parlano