«Non basta essere bravissimi». La meritocrazia per accedere alle cattedre non si misura solo con un voto. La ministra Valeria Fedeli parte da quello che è successo a Roma per parlare di come diventi sempre di più necessario cambiare il reclutamento degli insegnanti. «Abbiamo nuove modalità di assunzione
e questo credo che sia un punto di svolta».
Ma bastano per prevenire quello che è successo nella scuola di Roma?
«Per l`idoneità all`insegnamento non può più servire solo la laurea – dice la Fedeli -. Nella `Buona scuola` c`è una delega sul nuovo reclutamento che stiamo implementando e che dà la certezza di avere insegnanti che siano idonei al lavoro che andranno a fare».
Che cosa prevede il percorso Fit (è così che si chiama)?
«Una formazione iniziale, un tirocinio e un inserimento nella funzione di docente. Tra l`altro questo percorso è triennale e completamente sostenuto economicamente. Quindi chi vi accede sarà pagato già dal primo anno».
Ma dopo l`ennesimo caso di violenze sugli alunni, si continua a chiedere a gran voce l`arrivo di telecamere nelle scuole e test psico-attitudinali
periodici sugli insegnanti.

«So che c`è questo dibattito e non mi sottraggo. Dico che questo percorso di tirocinio permetterà di avere dei docenti che siano idonei all`insegnamento proprio perché saranno valutati».
E che tipo di valutazioni saranno fatte?
«Valutazioni su come l`aspirante insegnante si muoverà nella didattica ma anche sulle capacità relazionali che dimostrerà di avere. Perché, ripeto, per essere insegnanti non bisogna essere usciti solo col massimo dei voti e aver vinto un concorso. Servono anche questi aspetti, che diventano fondamentali,
quando si vanno ad assumere responsabilità. E quando ci si ritrova su una cattedra bisogna essere consapevoli delle responsabilità ma bisogna anche essere capaci nel coinvolgere gli studenti. Per capacità relazionali, intendo anche queste, visto che bisogna confrontarsi ogni giorno con un gruppo di bambini, ragazzi nell`età della crescita».
Di fronte a quello che è successo a Roma, qual è la sua reazione?
«Ciò che è successo è di una gravità assoluta, anche perché vittima di alcuni di questi episodi violenti è stata una bambina con difficoltà psicofisiche. C`è un aspetto di questa vicenda però, che va sottolineato».
E qual è?
«Che nessuno ha scelto l`omertà. Perché di fronte a episodi del genere non si può voltare la testa dall`altra parte. Perché in un ambiente educativo che per forza di cose è collettivo, non è ammissibile che se qualcuno vede qualcosa che non va, non lo denunci. Anche la voce dal di dentro, di insegnanti e di presidi, nel momento del tirocinio diventa importante per capire se l`aspirante collega potrà essere idonea a insegnare».
Mentre gli studenti stanno per tirare il fiato, con gli esami di maturità agli sgoccioli il Ministero si prepara alla volata finale. Settembre è vicino, tutti gli insegnanti saranno al loro posto?
«Diciamo che stiamo rispettando il cronoprogramma. E l`obiettivo è di non avere questioni aperte a settembre. Anche sulle eventuali supplenze, stiamo lavorando a supplenze annuali per coprire i buchi che dovessero rimanere».
In numeri?
«Ancora presto per farne. Ci stiamo lavorando ora. Ma dal prossimo anno faremo molta attenzione anche agli eventuali abusi della legge 104. L`anno scorso si sono verificati alcuni casi e da settembre faremo dei controlli per il rigoroso rispetto di questa legge che è un diritto e di come tutti i diritti non si deve abusarne. Perché gli abusi vanno a discapito di chi correttamente la utilizza».
E sui vaccini, siete pronti?
«Ci siamo preparati per tempo. Stiamo lavorando sia sul merito dei vaccini obbligatori, sia sulle condizioni concrete in cui dovrà lavorare la sanità per tenere in considerazione il lavoro che va poi svolto nella scuola: dall`autocertificazione ai tempi congrui per mettersi in regola».
Saranno dieci o dodici quelli obbligatori?
«C`è un dibattito in corso in Senato e si sta discutendo anche di questo, aspettiamo di vedere come andrà a finire».


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