‘I dati che emergono dall’Indagine dell’Anmil descrivono una realtà dura e drammatica. Sono circa 250.000 le donne colpite ogni anno da infortuni sul lavoro o malattie professionali, circa 2.000 con incidenti di gravit à tale da causare disabilit à pari o superiore al 16%. Già questo dato da solo basterebbe a far comprendere gravità e urgenza del fenomeno.’. Lo dichiara la Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli intervenendo alla presentazione ‘Tesori da scoprire: la condizione della donna infortunata nella societa’. Un’indagine sulle donne vittime del lavoro’, oggi in Senato.
‘Ma voglio soffermarmi su un altro dato rilevante, la crescita degli infortuni in itinere come conseguenza di un fatto banale: le donne che lavorano sono lavoratrici doppie con difficoltà a conciliare tempi privati e di lavoro che devono gestire l’organizzazione della famiglia senza supporti adeguati.’
‘Dalla condizione delle donne emerge tutta la difficoltà dell’Italia di fronteggiare le disuguaglianze e rispettare quell’obbligo di impegnarsi per ridurle che ci viene indicato dall’art. 3 della Costituzione. Vorrei che alla battaglia contro la violenza maschile, alla sfida per una democrazia paritaria, alla difesa dei diritti e delle libertà delle donne, all’azione per valorizzare il capitale femminile nel lavoro e nelle imprese, si aggiunga un piano per garantire la salute e la sicurezza delle donne’.
E prosegue Fedeli: ‘Si tratta di agire con nuove regole, per un rinnovato welfare, con una nuova e condivisa responsabilità nel far crescere la consapevolezza di fattori di rischio, dei diritti, della forza e delle possibilità delle donne. Smettendo definitivamente ogni pretesa di poter trattare in modo uguale condizioni e situazioni che sono diverse, come diversi sono uomini e donne’.
‘Le differenze di genere sono già entrate nella normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, sia a livello comunitario, sia a livello nazionale. Ma occorre fare di più. Occorre accettare pienamente la logica del mainstreaming di genere come guida perché tutte le politiche pubbliche siano effettivamente rispettose delle differenze di genere. L e donne sono diverse dagli uomini. Hanno diverse competenze, diverso approccio al lavoro, diversi valori, diversi punti di forza e diversa esposizione ai rischi’.
‘Far crescere il loro peso nel processi produttivi, facilitare i percorsi di carriera e aumentare in numero di donne che occupano posizioni apicali, attuare serie politiche di conciliazione dei tempi di vita: sono tutti modi per migliorare il mondo del lavoro, rendendolo più giusto, più rispettoso delle persone, e sono convinta anche più sicuro’.

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