RICORDARE LUCIANO LAMA, IN PARTICOLARE PER CHI VIENE DA UNA LUNGA STORIA DI IMPEGNO E MILITANZA SINDACALE, è sempre un`occasione emozionante, che riporta alla mente ricordi, battaglie, insegnamenti, risultati concreti ottenuti con le idee, il confronto, la passione e il sudore dei lavoratori. Lama ha insegnato a tanti di noi cosa significa essere sindacalisti. Ha insegnato i valori e le pratiche di chi ha il compito di negoziare collettivamente per il bene dei lavoratori e portare a casa i risultati. Ci ha insegnato, anche, mi ha insegnato, le ragioni di un approccio pragmatico e riformista al sindacato e alla politica: la generazione di sindacalisti cresciuta nella Cgil guidata da Lama ha imparato, seguendo il suo esempio, a ricercare gli interessi del mondo del lavoro e dell`impresa per trovare punti comuni e vincere insieme le sfide. Oggi sono 17 anni che Lama ci ha lasciato. Il mondo è cambiato, e molto, ma la sua figura, la sua personalità, la sua storia restano vivi in chi l`ha conosciuto personalmente e per chi ha potuto apprezzare il suo lavoro nel sindacato e nelle Istituzioni.
Dopo un`esperienza alla Camera tra il 1958 e il 1969, Lama è stato per due legislature, tra il 1987 e il 1994, vice Presidente del Senato. Sono quindi particolarmente onorata di poterlo ricordare oggi, occupando al Senato il ruolo che fu suo. È la prima volta in tutti questi anni che il ricordo di uno dei miei maestri non si lega alla mia concreta e quotidiana esperienza sindacale. Ma nel mio nuovo incarico ho portato con me la mia storia, fatta anche delle persone che hanno ispirato la mia vita. «Ricerco quotidianamente, anche nel lavoro istituzionale, di far rivivere quel programma riformatore per cambiare questa società, dando concretezza a valori come l`eguaglianza, la libertà, la democrazia, lo sviluppo, la conoscenza, la giustizia, la salute, la pace. Sono i valori che contano nel progresso umano e non dobbiamo abbandonarli all`ideologia ma viverli quotidianamente».
Sono parole che Lama pronunciò negli ultimi anni della sua esperienza al Senato, parole che uniscono l`idealità dei lavori e il pragmatismo necessario per le battaglie di ogni giorno. Chi ha vissuto l`esperienza del sindacato durante gli anni 70 e 80 sa che la rappresentanza del lavoro è questione che interessa la vita delle persone, i diritti e la concreta possibilità di esercitarli, l`uguaglianza come valore primario, che significa la capacità di stare dalla parte di chi ha meno opportunità, dei più deboli e più bisognosi. La stessa parte dalla quale devono stare le Istituzioni, la stessa parte che Lama stesso difese da vicepresidente del Senato.
Luciano Lama è stato indubbiamente una delle autorità morali della Repubblica. Da quando venne scoperto da Giuseppe Di Vittorio che lo volle al suo fianco come vicesegretario della Cgil, passando per le categorie dei chimici prima e dei metalmeccanici poi, Lama ha attraversato tutte le principali fratture della società italiana, dalle sfide degli anni del boom, all`autunno caldo fino alla scala mobile e poi alla crisi del modello ideologico che ci ha lasciato una società più frammentata, più fluida, più difficile da rappresentare. La frammentazione del lavoro è un dato oggi assodato, ma che emergeva già dai lavori della commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro nelle aziende che Lama presiedette tra il 1988 e il 1989.
Perché Lama è stato uno degli esempi di sindacalisti e personalità delle Istituzioni che ha sempre lavorato per capire, interpretare e guidare i cambiamenti. «Non abbiate mai paura delle novità – ha detto quando ha salutato la Cgil nel 1986 – non rifiutate la realtà perché vi presenta incognite nuove e non corrisponde a schemi tradizionali magari profondamente radicati in voi. Non rinunciate alle vostre idee».
Lama ci ha insegnato il coraggio delle idee e la forza dell`impegno. Ci ha fatto vivere il senso più pieno di una comunità di valori e persone. Provo emozione ed orgoglio nell`appartenere alla sua stessa storia, emozione che sento ancora più intesa oggi che ho il compito e l`onore di rappresentare il Senato provando a riprendere in piccolo l`esempio e l`insegnamento di una persona e di un leader cui sarò sempre grata.
Dopo un`esperienza alla Camera tra il 1958 e il 1969, Lama è stato per due legislature, tra il 1987 e il 1994, vice Presidente del Senato. Sono quindi particolarmente onorata di poterlo ricordare oggi, occupando al Senato il ruolo che fu suo. È la prima volta in tutti questi anni che il ricordo di uno dei miei maestri non si lega alla mia concreta e quotidiana esperienza sindacale. Ma nel mio nuovo incarico ho portato con me la mia storia, fatta anche delle persone che hanno ispirato la mia vita. «Ricerco quotidianamente, anche nel lavoro istituzionale, di far rivivere quel programma riformatore per cambiare questa società, dando concretezza a valori come l`eguaglianza, la libertà, la democrazia, lo sviluppo, la conoscenza, la giustizia, la salute, la pace. Sono i valori che contano nel progresso umano e non dobbiamo abbandonarli all`ideologia ma viverli quotidianamente».
Sono parole che Lama pronunciò negli ultimi anni della sua esperienza al Senato, parole che uniscono l`idealità dei lavori e il pragmatismo necessario per le battaglie di ogni giorno. Chi ha vissuto l`esperienza del sindacato durante gli anni 70 e 80 sa che la rappresentanza del lavoro è questione che interessa la vita delle persone, i diritti e la concreta possibilità di esercitarli, l`uguaglianza come valore primario, che significa la capacità di stare dalla parte di chi ha meno opportunità, dei più deboli e più bisognosi. La stessa parte dalla quale devono stare le Istituzioni, la stessa parte che Lama stesso difese da vicepresidente del Senato.
Luciano Lama è stato indubbiamente una delle autorità morali della Repubblica. Da quando venne scoperto da Giuseppe Di Vittorio che lo volle al suo fianco come vicesegretario della Cgil, passando per le categorie dei chimici prima e dei metalmeccanici poi, Lama ha attraversato tutte le principali fratture della società italiana, dalle sfide degli anni del boom, all`autunno caldo fino alla scala mobile e poi alla crisi del modello ideologico che ci ha lasciato una società più frammentata, più fluida, più difficile da rappresentare. La frammentazione del lavoro è un dato oggi assodato, ma che emergeva già dai lavori della commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro nelle aziende che Lama presiedette tra il 1988 e il 1989.
Perché Lama è stato uno degli esempi di sindacalisti e personalità delle Istituzioni che ha sempre lavorato per capire, interpretare e guidare i cambiamenti. «Non abbiate mai paura delle novità – ha detto quando ha salutato la Cgil nel 1986 – non rifiutate la realtà perché vi presenta incognite nuove e non corrisponde a schemi tradizionali magari profondamente radicati in voi. Non rinunciate alle vostre idee».
Lama ci ha insegnato il coraggio delle idee e la forza dell`impegno. Ci ha fatto vivere il senso più pieno di una comunità di valori e persone. Provo emozione ed orgoglio nell`appartenere alla sua stessa storia, emozione che sento ancora più intesa oggi che ho il compito e l`onore di rappresentare il Senato provando a riprendere in piccolo l`esempio e l`insegnamento di una persona e di un leader cui sarò sempre grata.