La distruzione dell’altro, tramite gli attacchi personali, ha ben poco a che fare con la dialettica democratica. Argomentare che il nostro Presidente della Repubblica sia una persona che, essendo nata nel 1925, è stata contagiata dal credo assoluto verso la verticalità della società, è a dir poco un delirio, un’offesa personale rivolta sia al Presidente, garante imparziale e uomo delle istituzioni democratiche, che a un’intera generazione che ha combattuto il nazi-fascismo e che molto ha contribuito alla rinascita del nostro Paese. E anche sulla presunta fretta nel percorso di modifica della Costituzione, le parole di Gherardo Colombo sono quantomeno ingenerose nei confronti di chi ne discute da due decenni per trovare il più ampio consenso possibile. La ferita maggiore è che certi atteggiamenti vengano esercitati da un ex pm, oggi presidente di Garzanti e componente del cda Rai. Demonizzare chiunque abbia idee diverse dalle proprie è un gran contributo alla confusione e alla mistificazione, e certamente ci rende tutti un po’ più poveri.

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