‘La preoccupazione, espressa soprattutto sui social media, secondo la quale con uno degli schemi di decreto attuativi del Jobs Act sarebbe stata cancellata, insieme con l’articolo 3 del decreto legislativo 151/2001, la tutela del diritto alla non discriminazione per sesso e in particolare per maternità, appare infondata anche se comprensibile. La norma in questione sarebbe abrogata, ma solo per ragioni di semplificazione normativa. Dal 20 febbraio 2006, infatti, è in vigore il Codice per le pari opportunità tra uomo e donna (decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198) che all’articolo 25 prevede il divieto di discriminazione diretta e indiretta’. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato.
‘In particolare – prosegue Valeria Fedeli – il comma 2-bis dell’articolo 25 del Codice per le pari opportunità vieta espressamente tutti i trattamenti meno favorevoli subiti a causa dello stato di gravidanza, maternità o paternità, anche adottive, utilizzando un tenore identico a quello dell’articolo 3 del decreto 151/2001 che dovrebbe essere abrogato. Comunque, poiché sul decreto attuativo in questione le Commissioni parlamentari esprimeranno un parere, svolgeremo in quella sede una valutazione attenta, affinché l’obiettivo della semplificazione sia perseguito senza limitare o attenuare garanzie e tutele al diritto di non discriminazione’.

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