“Una scia di sangue, dolore, violenza, morte che non si ferma. Ogni giorno donne che subiscono violenze di ogni tipo, violentate, abusate, uccise. Sei solo la scorsa settimana. Vite, spesso giovani e giovanissime vite, spezzate; figli e figlie lasciati orfani; genitori, madri e padri, devastati da una perdita inaccettabile, indicibile, incommensurabile.
Come è possibile che nonostante gli sforzi profusi, la violenza di genere, i femminicidi restino una piaga apparentemente insuperabile? Cosa non sta funzionando? Perché nonostante gli indubbi e importanti interventi legislativi di questi anni, una più diffusa consapevolezza nell’opinione pubblica e una sensibilità sociale più forte rispetto alla gravità di questi crimini, tanti uomini e ragazzi continuano a poter uccidere, stuprare, perseguitare le proprie mogli, compagne, amiche o vicine di casa?” lo scrive la senatrice Pd Valeria Fedeli in un articolo pubblicato su Huffingtonpost. “In un intervento al Tg3 di qualche giorno fa – si legge ancora – la scrittrice Silvia Avallone ha ben inquadrato l’esigenza e l’urgenza che sta chiamando in causa la responsabilità di ciascuno, ognuno per la propria parte e responsabilità ma in un’ottica di sistema, di azione che deve essere necessariamente coordinata e congiunta. “Occorre agire – dice Avallone – su un piano di leggi, di risorse, per proteggere le donne. E poi occorre anche un’azione culturale profonda perché è la nostra società, è la nostra cultura che deve essere cambiata”. “Ecco da dove si deve partire per contrastare la violenza: dagli stereotipi sia sulle ragazze che sui ragazzi e dai pregiudizi diffusi nella società, cominciando dai più piccoli e coinvolgendo in questo impegno gli uomini. L’educazione al rispetto delle differenze, come quella alla condivisione tra donne e uomini delle opportunità di lavoro, come delle responsabilità di cura e familiari e anche in ambito politico istituzionale e nelle imprese, è condizione necessaria per combattere la violenza di genere”.