‘Ieri è stato un giorno importante per l’Europa e per le donne e gli uomini dell’Europa; il Parlamento europeo ha infatti approvato a larga maggioranza (441 voti favorevoli, 205 contrari e 52 astenuti), la risoluzione Tarabella sui progressi concernenti la parità tra donne e uomini nell’Unione europea nel 2013; la risoluzione, nel diritto comunitario, è un atto sprovvisto di efficacia vincolante ma riveste notevole importanza, esplicitando il punto di vista dell’istituzione e spesso anticipando una successiva attività normativa in senso proprio’.

Lo dichiara la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, che aggiunge:

‘Alla vigilia, molti erano i timori sull’approvazione di questa risoluzione, che mette alcuni punti fondamentali nero su bianco. Tra questi, ribadisce (paragrafo 47) ‘che le donne debbano avere il controllo della loro salute e dei loro diritti sessuali e riproduttivi, segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all’aborto; sostiene pertanto le misure e le azioni volte a migliorare l’accesso delle donne ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e a meglio informarle sui loro diritti e sui servizi disponibili; invita gli Stati membri e la Commissione a porre in atto misure e azioni per sensibilizzare gli uomini sulle loro responsabilità in materia sessuale e riproduttiva’. Ecco, che il Parlamento abbia approvato queste parole, queste raccomandazioni, a me sembra una vittoria delle donne e un passo avanti verso una maggiore consapevolezza di tutte e tutti’.
‘In diverse sottolineano i presunti limiti contenuti nel paragrafo 46 – conclude Valeria Fedeli – dove si ‘osserva nondimeno che elaborare e applicare le politiche in materia di salute e diritti riproduttivi nonché in materia di educazione sessuale è di competenza degli stati membri’; a questo proposito, sottolineo che comunque la risoluzione non ha potere legislativo e/o vincolante, e l’Europa non ha comunque il potere di legiferare sui temi trattati. Può dare indicazioni, raccomandare, sottolineare, ma non può legiferare. Quindi, l’Europa ci dice, con forza, che le donne devono avere il controllo della propria salute e dei loro diritti sessuali e riproduttivi, ma poi ribadisce un’ovvietà, cioè che la competenza di legiferare su questo tema è di ogni singolo stato. Su cosa abbia più valore e peso da un punto di vista politico, io non ho alcun dubbio’.


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