Un’ondata di ribellione, di desiderio di autonomia e liberta’ di scelta, sta travolgendo il potere rosso in Cina. Sono le donne che difendono il proprio diritto ad avere più di un figlio, ad averlo da chi vogliono anche prima del matrimonio e a non avvelenarlo con il latte contaminato, uno scandalo quello del latte nero che rischia di trasformarsi in strage. Insomma ancora una volta le donne si ribellano a una cultura maschilista basata sulla conservazione del potere attraverso il controllo sul loro corpo, giocato sulla convinzione – veramente sentita o solo strumentale- della loro inferiorità. Un pregiudizio duro a morire radicato com’è anche nella nostra società dove la discriminazione di genere va estirpata alla radice a partire dall’educazione che diamo ai nostri figli. Un grosso passo in avanti, da noi, è stato fatto con la ratifica della Convenzione di Istanbul alla Camera, essa oltre a condannare ogni forma di violenza sulle donne e la violenza domestica ha un elemento in più: riconosce che il raggiungimento dell’uguaglianza di genere è un elemento fondamentale per prevenire questa violenza. Da combattere con una grande e profonda battaglia culturale, una legislazione adatta. Un’attenzione ed un monitoraggio costante, permanente sul fenomeno che porti a una necessaria evoluzione culturale da compiere partendo dalla scuola, dal lavoro, dalla vita domestica, dalla relazione tra uomini e donne. Più che un’evoluzione, un’ondata. Rosa naturalmente.