Caro direttore,
La ringrazio innanzitutto per l`attenzione che il suo giornale riserva alla scuola, al mondo dell`istruzione e della formazione in generale, approfondendo
sempre il risvolto sociale dell`azione di questa istituzione nelle nostre comunità. Mettere la scuola al centro del dibattito pubblico vuol dire avere
a cuore il futuro del Paese. È un atto giusto ed encomiabile. È proprio per questo motivo e con spirito di servizio che ho scelto colonne de Il Mattino per fare chiarezza sul progetto di apertura delle scuole in orario extrascolastico, “Scuola al Centro”, che nei giorni scorsi è stato definito, in questa sede, «fallimentare».
Fallimentare, dal mio punto di vista, è qualcosa che non porta frutto, che non ha esiti positivi o non ne ha affatto. È un`idea che si spegne lentamente
perdendo la sua forza. “Scuola al Centro”- il bando che ha stanziato 240 milioni di euro a disposizione degli istituti scolastici di tutto il Paese per restare aperti oltre l`orario curriculare e predisporre laboratori e attività in linea con le richieste e con i desideri delle giovani e dei giovani – non può essere definito un «flop». Perché? Per almeno tre motivi.
Perché sono state autorizzate risorse che le scuole possono spendere dal 13 luglio scorso per avviare laboratori e attività per le ragazze e i ragazzi. Più sport, musica, laboratori di lingue, teatro, innovazione digitale. Scuola oltre la scuola. Tempo che le nuove generazioni possono sfruttare per accrescere le proprie competenze e per costruire, pezzo dopo pezzo, i loro sogni. Tempo che, quantificato, equivale a un milione di ore di attività aggiuntive. Che non sono poche.
Perché sono 4.633 i progetti finanziati, dopo un`attenta valutazione di quelli arrivati, per un totale di 187 milioni di euro che erogheremo, mentre i rimanenti 53 saranno reinvestiti sempre per il potenziamento dell`offerta e per azioni contro la dispersione scolastica. Questi 187 milioni sono un importante investimento. Un`iniezione di risorse per le scuole, dopo l`esperienza positiva del primo anno nelle città di Palermo, Napoli, Roma e Milano, per le quali lo stanziamento era stato, voglio ricordarlo, di 10 milioni di euro.
Perché le scuole, in assoluta autonomia – è importante ribadirlo – hanno potuto decidere come modulare i progetti. E in questa totale libertà i110% degli istituti ha deciso di svolgere le attività in estate. Gli altri hanno preferito altre modalità, in base alle esigenze delle comunità scolastiche di riferimento e dei territori.
A fronte di un investimento così cospicuo e di una partecipazione numerosa va riconosciuto il fatto che come ministero, durante il precedente governo e
in quello attuale in una linea di continuità di azione che stiamo portando avanti, abbiamo intercettato un bisogno che le scuole avevano – e hanno – e abbiamo trovato, differentemente dal passato, un modo per dare risposte alle loro esigenze.
Certamente in questa occasione la tempistica del bando è stata differente dall`esperienza sperimentale della scorsa estate. Ma stiamo parlando di un fondo
diverso di finanziamento: i 10 milioni della prima edizione di Scuola al Centro erano fondi del nostro bilancio, utilizzabili con più rapidità e flessibilità. Il bando dello scorso autunno ha messo sul piatto 240 milioni per tutto il Paese attraverso fondi del Pon, fondi europei, con precise regole di spesa. Al netto delle proroghe al bando che sono state concesse su richiesta delle scuole – in particolare di quelle delle aree terremotate alle quali abbiamo voluto riservare l`attenzione che meritano – rispetto allo scorso anno parliamo di migliaia di progetti da valutare con attenzione. Non si trattava, infatti, di finanziamenti a pioggia.
La graduatoria dei vincitori del bando è stata pubblicata lo scorso 25 giugno. Senza che ciò volesse dire pregiudicare l`attuazione del progetto. Credo anzi
che non lasciare indietro nessuno, soprattutto chi si trova in difficoltà, sia segno di una scuola inclusiva a ogni livello della sua organizzazione. In questo senso può essere utile ricordare che “Scuola al Centro” è solo una delle risposte che il Miur ha messo in campo per contrastare l`abbandono e la dispersione nella scuola.
Oltre a misure di sistema contenute all`interno della Buona Scuola, all`inizio di quest`anno abbiamo avviato la Cabina di regia per il contrasto alla dispersione scolastica: è composta da rappresentanti del ministero, dell`Anci, dell`Upi, delle Regioni, del ministero del Lavoro e da Marco Rossi Doria, che coordina la cabina in mia assenza, un maestro di strada che a Napoli e in Campania è riconosciuto per il suo impegno.
A questo importante tavolo di studio abbiamo affiancato il gruppo di lavoro sull`adolescenza, coordinato dalla Consigliera ed ex senatrice Anna Serafini,
esperta di questa materia, per discutere con tutta la comunità educante di questa delicata e preziosa fase della vita delle ragazze e dei ragazzi, per delineare proposte educative in linea con i cambiamenti dei tempi e con le nuove esigenze di questa età. Numerose le audizioni previste sul tema “Educazione e Nuovi adolescenti” con scuole, famiglie, studenti, mondo dei saperi, associazioni e professioni.
Sempre nell`ottica di rinsaldare il patto di corresponsabilità educativa, abbiamo avviato una fase di discussione per una riforma della rappresentanza e
della partecipazione di famiglie e giovani alla vita del sistema di istruzione e di formazione. È una questione che ci riguarda tutte e tutti e le decisioni vanno prese in un clima di confronto costruttivo ed edificante. Sono, perciò, contenta di apprendere che la Regione Campania, come citato in uno dei vostri articoli, abbia destinato risorse proprie per le attività degli istituti in orario extrascolastico. Dobbiamo smetterla di guardare alle questioni che riguardano le nuove generazioni in termini di antagonismo: tutti collaboriamo verso un obiettivo comune.
La Campania peraltro è la Regione con il maggior numero di scuole ammesse ai finanziamenti di “Scuola al centro”: sono oltre 860, per un totale di più di 35 milioni di euro assegnati. Vuol dire che conosciamo bene le esigenze dei territori e insieme vogliamo costruire scenari di sviluppo sano e libero. Vogliamo
fornire alle studentesse e agli studenti strumenti per crescere senza condizionamenti, così come previsto dall`articolo 3 della nostra Costituzione.
Ognuno di noi sta facendo e continuerà a fare la propria parte. In una dimensione di sinergia e proficua collaborazione.
“Ministro della Pubblica Istruzione
Gentile ministro, nel ringraziarla per l`attenzione, prendiamo atto dell`impegno passato e futuro del suo dicastero nella lotta al dramma degli abbandoni
scolastici e nel potenziamento dell`attività degli istituti anche durante l`estate. Il bando «Scuola al centro», pur avendo aumentato di molto i fondi a disposizione delle scuole, per quest`anno non vedrà luce e nessuna scuola in Italia, e soprattutto nelle regioni del Sud dove l`emergenza giovanile ha superato da tempo i livelli di guardia, resterà aperta durante i mesi di luglio e agosto. È vero che il bando è stato pubblicato il 25 giugno scorso, ma si è trattato solo di un primo passo. Infatti, come scritto dal Mattino, il bando definitivo che inquadra i progetti è stato licenziato solo il 13 luglio.
Dopo quella data, le singole scuole hanno dovuto studiare la documentazione, fare la richiesta al ministero e aspettare la risposta. Solo quando questa risposta sarà arrivata, le scuole potranno dare vita alla gara di assegnazione delle attività. E` chiaro che di questo passo si giungerà a settembre quando ripartirà la normale attività scolastica. Restano l`impegno e una buona, anzi ottima, idea che però, almeno per il 2017, non ha dato alcun risultato tangibile. Come ricorda nella sua lettera, i fondi sono stati stanziati nell`autunno scorso. Il tempo, dunque, per arrivare al traguardo estivo c`era tutto. Così, di fatto, non è stato. E solo per questo motivo abbiamo parlato di «fallimento» di «Scuole al centro». Resta, infine, la speranza e la convinzione
che, anche grazie al suo impegno e all`esperienza di quest`anno, l`estate 2017 sia l`ultima con il portone delle scuole italiane chiuso per inefficienza.
Il Mattino