Fedeli alla guida del Senato, gestirà l’elezione con Boldrini e le Segretarie di Camera e Senato
Non è la prima volta che pre-siede il Senato. Ma da ieri l’impegno per Valeria Fedeli, sindacalista, eletta nel Pd come capolista in Toscana, cambia. Dopo le dimissioni di Napolitano e la supplenza alla presidenza della Repubblica di Pietro Grasso, Fedeli ricopre le funzioni di presidente del Senato e sarà copresidente della sessione a Camere unite che dovrà eleggere il nuovo capo dello Stato.

«Sarà al prima volta di una sessione presieduta da due donne, la sottoscritta, e Laura Boldrini, presidente della Camera — sottolinea — e non solo, sarà anche la prima volta con i due segretari generali donne, Elisabetta Serafini per il Senato e Lucia Pagano per la Camera. Insomma, sarà la prima volta in Italia con quattro
donne che guideranno i lavori del Parlamento riunito in questa sessione speciale, a partire dal 29 gennaio».

Fedeli, ieri in aula, ha letto la lettera di dimissioni di Napolitano sui nove anni di mandato sottolinea: «Al Presidente la classe dirigente e politica e i cittadini devono grande rispetto e gratitudine: ha esercitato il suo ruolo secondo il mandato costituzionale in una fase difficile per il nostro Paese, segnato da una profonda crisi economica e dall’ascesa dell’antipolitica, perseguendo i non sempre facili equilibri tra il Parlamento e i governi che si sono succeduti. È stato davvero un Presidente capace di esercitare bene il proprio ruolo nell’interesse del Paese».

E il suo rapporto con Renzi? «Si è costruito nel corso dell’anno appena passato — spiega Fedeli — è stato proficuo e utile al presidente del Consiglio soprattutto nel cogliere i tempi e i contenuti della riforme necessarie che lo stesso Napolitano ha chiesto al momento del suo insediamento». Ora si apre una nuova partita, che la facente funzioni di presidente del Senato si augura breve: «Due anni fa il Napolitano-bis è stata la sconfitta dei partiti, che non hanno fatto certo una bella figura, anche se non mi interessa cercare colpevoli, preferisco guardare avanti. E sono fiduciosa che questa volta ci siano le condizioni per fare bene e presto». Decisivi saranno il Pd e Renzi. «Il molo di Renzi è importantissimo, insieme a quello del partito, e si troverà un nome che abbia largo consenso nel Pd e nel Paese». La senatrice non è tentata dal toto-nomi: «Sono d’accordo con Renzi sul profilo indicato: serve una donna 0 un uomo, politico 0 tecnico, di alto profilo, con un indiscutibile senso delle istituzioni e che ricopra responsabilmente il ruolo assegnato dalla Costituzione. Che sia in grado di gestire l’eredità pesante, in senso positivo, di due grandi Presidenti come Napolitano e Ciampi».

L’ultima riflessione è su riforme e istituzioni. «Mi auguro che il cammino delle riforme continui, così da avere anche modo di concentrarsi su lavoro e crescita. Mi pare ci sia la maturità della classe politica perché ciò accada, come mi pare ci sia il consenso di tutti sul superamento del bicameralismo e su una nuova legge elettorale, fermo restando la legittimità di discutere come» sottolinea. «Il Senato delle Regioni? Sono favorevole alle riforme e l’ho detto anche in campagna elettorale, quando come bersaniana sono stata capolista in Toscana. Sui senatori a vita penso che col nuovo Senato debbano essere solo i Presidenti Emeriti della Repubblica: mi pare una buona mediazione».

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