Caro direttore,
rispondo volentieri alla lettera che mi hai sottoposto cori le considerazioni e i suggerimenti di uno dei nostri dirigenti scolastici sul decreto in materia di valutazione ed esami di Stato. Proprio in questi giorni le Commissioni parlamentari competenti ci hanno restituito il loro parere su questo provvedimento, alla fine di un percorso dì audizioni intenso e proficuo. Raccolgo gli ulteriori spunti di riflessione che ci fornisce il dirigente di Calitri e provo a fornire qualche risposta.
Si è molto parlato di ammissione con la media del 6, di 6 «politico», con riferimento al nuovo Esame conclusivo del secondo ciclo. È un dibattito che non ha reso giustizia, credo, alla ratio del provvedimento, che ha fra i suoi obiettivi la maggiore valorizzazione del percorso di studi. Un punto che mi pare sia apprezzato anche dal dirigente che vi scrive. Abbiamo ritenuto giusto e necessario riequilibrare, in fase di assegnazione dei crediti, il peso del curricolo rispetto alla prova d`Esame. Vogliamo che sia valutato il percorso degli studenti nel suo insieme. Sull`ammissione il dibattito è in corso, le stesse Camere hanno fornito proposte in merito. Sono convinta che troveremo un`equilibrata sintesi fra tutte le posizioni emerse.
Quanto alla composizione delle commissioni, anche questa è da tempo oggetto di confronto. Se ne parla ogni volta che si mette mano agli Esami. Credo che quella attuale – con metà commissari interni e metà esterni e il Presidente esterno – sia una composizione equilibrata che per questo abbiamo voluto mantenere.
Quanto ai compensi delle commissioni, attualmente, per rispondere a quanto scrive il dirigente, sono frutto di un decreto interministeriale del Miur e del Mef che prevede pagamenti differenti a seconda del fatto che il commissario si muova dentro o oltre i 100 chilometri rispetto al proprio comune di residenza. Probabilmente è un sistema che si può rivedere, ma vorrei che ogni cambiamento derivasse da una discussione approfondita. Siamo disponibili a farla e ad ascoltare istanze e proposte.
A partire dal lavoro fatto in questi mesi sulle deleghe vorrei che chi lavora nella scuola potesse d`ora in poi contare sempre di più sul fatto che la nostra non è un`amministrazione sorda. Che siamo disposti ad ascoltare e a prendere decisioni collaborando e dialogando con chi deve attuarle. Fare scelte è il compito della politica. Proveremo a farlo sempre più insieme a chi il cambiamento lo vuole e deve attualo. Anche quando lavoriamo su strumenti come la Carta del docente di cui il dirigente parla portando la fase della rendicontazione delle spese come esempio negativo di vessazione burocratica. Noi non vogliamo che i dirigenti si sentano vessati, non vogliamo che la scuola si senta soffocata dalla burocrazia. E proveremo a semplificare.
Ricordo però che la Carta è uno strumento giovane: l`applicazione web che consente ai docenti di generare buoni per il loro aggiornamento professionale è stata messa on line a dicembre. E quest`anno è stata prevista eccezionalmente una rendicontazione cartacea per le spese fra il 1° settembre e il 30 novembre. Una scelta importante per evitare che i docenti e le docenti non potessero certificare le spese pregresse. Una procedura che non si ripeterà il prossimo anno, quando la Carta sarà a regime.


Ne Parlano