In riferimento all`articolo firmato da Federico Orlando Anercoledì 16 aprile e in risposta a una lettera di una cittadina tengo a precisare che nel ddl contro il cyberbullismo, da me presentato come prima firmataria, non si intende «punire i gestori di rete», né i provider, come pure i produttori. Quanto, invece, al tavolo interministeriale di contrasto al fenomeno è inclusivo rispetto agli operatori del settore, per fare rete nell`interesse dei minori e per limitare la diffusione dei loro dati personali. Detto questo, ciò che mi ha colpito del commento è il termine ‘supercretini’ affibiato ai ragazzi colpevoli di commenti scorretti, a volte violenti nei confronti di coetanei. Anche loro vanno aiutati, certamente responsabilizzati. Prima di punirli, con il rischio di compromettere del tutto il dialogo con loro, bisognerebbe però educarli all`utilizzo del web. Puntiamo sulla scuola, al centro della socializzazione e della capacità relazionale dei più giovani. Attiviamo una formazione condivisa da tutti i soggetti preposti e rispondiamo a un`emergenza che non può essere affidata solo alle forze dell`ordine e ai giudici, come in maniera superficiale indicato nell`articolo. In commissione diritti umani la polizia postale è pienamente coinvolta e condivide la necessità di unire le forze per ovviare a una criticità che è innanzitutto di carattere culturale.
 Sono stata insegnante di Carolina, la prima vittima di cyberbullismo. Prima del suo drammatico gesto scrisse che quanto le era successo non doveva capitare più a nessuno. Sull`invito a «raddrizzare il cervello» dei ragazzi, mi limito a replicare che prima, forse, dovrebbero farlo gli adulti. Politici, giornalisti e personaggi pubblici che non pesano le parole e che non si accorgono della distanza che ci separa dalle nuove generazioni. Quelle che, già a dieci anni, prendono contatto con la complessità e la vastità del mondo esterno attraverso uno smartphone. Siamo sicuri che questo non implichi dei rischi? O comunque delle responsabilità? Ecco perché dobbiamo partire dalla scuola, educando i nostri studenti all`uso positivo e sicuro della rete e cercando di capire, assieme ai provider, ai gestori e ai produttori dei new media, come garantire sicurezza e promuovere la diffusione di tecnologie child friendly.
Rispetto al passato, la scuola è tornata finalmente al centro dell`agenda di governo. Le risorse liberate per l`edilizia scolastica sono un segnale importante di discontinuità rispetto al passato. Un impegno che Matteo Renzi ha ribadito in più occasioni, garantendo una calendariz zazione puntuale degli interventi. Nel ddl si propone di individuare un referente per isitituto per intercettare le problematiche legate al cyberbullismo. Spero che il prima possibile si possa attivare una formazione continua per la sicurezza sulla rete in ambito scolastico. Sono certa che il nostro presidente del consiglio, così attento alle nuove tecnologie, saprà cogliere questo invito.

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