Si scatta un selfie con la compagna di classe in preda a una crisi epilettica e poi diffonde la foto su WhatsApp, per riderne con gli altri partecipanti alla chat. L’ultimo caso di cyberbullismo, in un istituto professionale del torinese, è balzato alle cronache nazionali mentre l’Italia celebrava i primi 30 anni di Internet nel nostro Paese. Tre decenni in cui, da strumento per pochi, la rete digitale si è trasformata in un servizio davvero a portata di tutti. Anche degli adolescenti, che spesso non sono consci dei danni che possono provocare con i loro comportamenti virtuali. Il tema della responsabilità relativa ai contenuti che si scelgono di veicolare attraverso la Rete è fondamentale, anche per i minori. Lo scorso 13 aprile, presso il Tribunale dei minori di Torino, si è aperto il processo sulla morte di Carolina: il primo in Italia legato a una tragica vicenda di cyberbullismo, che vede imputati cinque ragazzi di Novara, nati fra il ’96 e il ’98. «Quello che deve derivare dalla triste storia di Carolina è una presa di coscienza del grave problema del cyberbullismo. E poi speriamo che questi ragazzi capiscano che non hanno commesso una bravata ma che comportamenti del genere sono gravissimi», ha commentato il padre della ragazza, Paolo Picchio, a margine di questa prima udienza, che ha già rappresentato, di per sé, un importante momento di svolta. I giovani imputati, in aula, hanno chiesto scusa al padre della vittima e proposto la “messa alla prova”. Una presa di coscienza su cui è necessario fornire i dovuti strumenti a tutta la “Generazione Z”.
Sono gli stessi ragazzi a chiedercelo. L’ho potuto constatare nel corso degli oltre 70 incontri tenuti in 15 regioni del territorio nazionale. Proprio lo scorso fine settimana, in tal senso, sono stata al Teatro Civico di Tortona per confrontarmi con 300 studenti del Liceo Scientifico Giuseppe Peano, nel corso dell’appuntamento “Cyberbullismo: io non ci sto!” e a Varzi al convegno aperto alla cittadinanza “Scacco matto ai bulli” dedicato a genitori e addetti ai lavori per ribadire il ruolo cruciale che la scuola e la famiglia devono avere nell’educazione digitale dei propri ragazzi. Sul nostro territorio, a San Nazzaro Sesia, con la consigliera provinciale all’istruzione Milù Allegra, ho presto parte all’incontro organizzato dal Circolo di Carpignano Sesia per l’Italian Internet Day. E questo fine settimana sarò in Sardegna, sempre per parlare di cyberbullismo con gli studenti del liceo Azzeni di Sassari e ad Alghero, per confrontarmi con chi opera a contatto con i giovani. Una grande mobilitazione che continua: basta pensare che fra il 16 e il 19 maggio, sono in programma quattro incontri di rilievo nazionale: a Milano l’appuntamento “Cyberbullismo, una legge per la Lombardia” e a Roma gli eventi “Cittadinanza digitale. Prendiamoci per mouse”, “Tu…un altro me. Decodifica del disagio adolescenziale” in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia e infine “Tutti insieme contro il cyberbullismo”. Proprio nel capoluogo lombardo si stanno muovendo i primi passi per l’istituzione di una apposita legge regionale, così come ha fatto la Regione Lazio nel marzo scorso. Nello stesso periodo la Regione Piemonte si è anch’essa mostra attenta al fenomeno, varando una normativa specifica contro tutte le tipologie di discriminazioni. Tutto questo, insieme al fatto che tra un mese il giudice del Tribunale dei minori dovrà esprimersi sul caso di Carolina (prossima udienza il 17 giugno) e ai numerosi episodi che le cronache continuano a riportare, rappresenta una vera e propria spinta all’approvazione del Ddl a prevenzione e contrasto del cyberbullismo. In questo momento l’Italia ha molte sfide importanti sul tavolo, ma il Governo e il Parlamento non possono non considerare questo tema e questo fenomeno come una priorità su cui intervenire. Come ha già compreso il Senato con l’approvazione del Ddl all’unanimità, ormai un anno fa.

Di seguito il dettaglio dei prossimi appuntamenti.

Cyberbullismo, verso una legge per la Lombardia
Lunedì 16 maggio, alle ore 10.30, presso la Casa dei Diritti di Milano, l’associazione no profit “La Banda degli Onesti”, in collaborazione con la Casa Pediatrica dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, organizza un dibattito aperto al pubblico per sostenere il disegno di legge da promuovere in Consiglio Regionale sulla prevenzione e il contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. E’ con grande interesse che ho scelto di partecipare alla tavola rotonda che sarà introdotta dall’Assessore al Welfare del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino. Presenti anche Antonio Palmieri, Deputato cofondatore dell’Intergruppo parlamentare “Innovazione”; Viviana Beccalossi, Assessore al Territorio di Regione Lombardia e Carlo Borghetti, Consigliere regionale componente della Commissione Sanità, tra i firmatari del progetto di legge lombardo. Proprio a Milano, infatti, sta nascendo il primo Centro nazionale a prevenzione e contrasto del cyberbullismo, voluto dal Ministero dell’Istruzione all’interno della Casa Pediatrica dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco.


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