‘Lavoriamo insieme senza pregiudizi. Il governo? Si è già dato una scadenza ravvicinata’
«Non possiamo restare inchiodati a discutere della decadenza di Berlusconi. Dalla prossima settimana al Senato il Pdl lavori con noi a cambiare la legge elettorale». Anna Finocchiaro lancia un appello: il centrode-stra abbia senso d iresponsabilità, rimbocchiamoci le maniche per cambiare subito il Porcellum. Per la presidente democratica della commissione Affari costituzionali d iPalazzo Madama, è il momento di «una riforma di salvaguardia per il paese».

Il tira e molla di Berlusconi, sfibra il governo, presidente Finocchiaro?
 «Secondo me sfibra soprattutto Berlusconi. Il governo sta lavorando».

Un governo di larghe intese, ostaggio di Berlusconi, è difficile da sostenere per il Pd, non crede?
 «Noi Democratici tentiamo di fare un appello alla responsabilità, che tenga le sorti di Berlusconi separate da quelle di questo governo che è un governo di necessità e deve fare alcune cose e, come ha detto il presidente Letta, si dà una prospettiva abbastanza ravvicinata, non ne ha una lunga di legislatura. Quando torneremo a votare, il nostro obiettivo sarà un governo di centrosinistra. Ma il paese è in una difficile congiuntura, da qui la condivisione di responsabilità che però deve gravare su ciascuna parte politica in eguale misura».
 Ma sulla decadenza del leader del Pdl, i Democratici si faranno convincere a una linea più morbida?
 «Non si tratta di linea dura o morbida. Non solo da parlamentare, ma anche da giurista, mi sono posta nella disponibilità di sentire le ragioni dell’altra parte,del Pdl, ma non ne ho trovata una convincente. E non lo dico con un senso di rivalsa, anche chi gode di consenso elettorale è sottoposto alle leggi di questo paese».

Cosa significa avere senso di responsbilità, ora?

«Molte cose. Per quanto mi riguarda, fare una legge elettorale che, quando si andrà a nuove elezioni, eviti si riproduca una situazione di ingovernabilità; non tolga ai cittadini la possibilità di scegliere non crei di nuovo una maggioranza diversa alla Camera e al Senato. Questo è il punto. Penso che tutti dovremmo abbandonare posizioni preconcette. Ho presentato un disegno di legge per il ritorno al Mattarellum, però dico: partiamo da zero. Ragioniamo a schema libero».

E quali saranno i tempi? Perché ogni volta che la politica annuncia nuove leggi elettorali, restano parole al vento.

«Al Senato, l’8 agosto in mattinata l’aula ha sancito l’urgenza della riforma elettorale e due ore dopo, alle 14, la nostra commissione ha iscritto la discussione all’ordine delgiorno. Per cui al Senato siamo pronti. Alla Camera, al di là della dichiarazione d’intenti, non è seguito nessun atto. Forse qualcuno cercava spazio sui giorna-li».

Urgente quanto?

«La prossima settimana si comincia. Nessuno vuole fare un atto di forza, perché una buona riforma elettorale nasce da un accordo largo, non può essere una forzatura della maggioranza, abbiamo già dato con il Porcellum. Allora credo che proprio al Senato, dove la proporzione tra le diverse forze politiche non è alterata dal premio di maggioranza, ci può essere un clima di discussione più favorevole. Dopo di che il nostro sistema politico è già attraversato da molte tensioni, e se abbandonassimo ciascuno per la sua parte le piccole guerre di religione, sarebbe meglio per tutti».
Getta il guanto di sfida al Pdl?
«Li sfido alla responsabilità. Del resto anche il governo, dove sediamo con il Pdl, ha annunciato un incontro questo martedì sulla legge elettorale».

È una clausola di salvaguardia, in vista della caduta del governo?
 «È una clausola di salvaguardia per il paese, di cui tutti dobbiamo farci carico. Sono anche convinta che dovremmo fare anche un pezzo di quelle riforme costituzionali già sedimentate, dalla riduzione del numero dei parlamentari a un ridimensionamento del bicameralismo».

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