“Quando milioni di italiane e italiani si recano alle urne, meritano rispetto e ascolto. Mentre invece abbiamo al governo delle forze politiche che prima invitano ad astenersi dal voto e poi deridono quanti hanno deciso di esercitare questo loro diritto.
Certo l’esito referendario è chiaro: anche se tra coloro che hanno votato ha prevalso nettamente il “sì”, le regole ci dicono che per essere valido un referendum deve superare il 50% degli aventi diritto; percentuale di voto che purtroppo ormai è rara in tante consultazioni, della gran parte dei paesi democratici. Certamente, quella dell’astensione cronica è una problematica che deve allarmare e impegnare tutti, ma che non può essere rivendicata come risultato politico da nessuno. D’altro canto in termini assoluti, i numeri sono altrettanto chiari: oltre 14 milioni di cittadini e cittadine hanno deciso di votare, rappresentando così naturalmente un popolo alternativo ai partiti della maggioranza, che è tale anche se ha raccolto alle elezioni politiche un numero di voti significativamente inferiore. Ed è esattamente questo quello che Giorgia Meloni e i suoi sanno, ma che cercano di coprire festeggiando un’inesistente vittoria: c’è un popolo che si è ritrovato in questa giusta battaglia per la dignità del lavoro e per i diritti di cittadinanza. Un popolo che abbiamo visto anche in piazza sabato contro il massacro a Gaza e per la pace, che abbiamo visto battersi per il salario minimo, per la sanità pubblica e contro l’autonomia differenziata. Un popolo in cammino che cresce e che ricostruisce relazioni e alleanze tra partiti, associazioni, comitati, sindacati e tante cittadine e cittadini che possono costruire insieme un’altra idea d’Italia. Ha ragione Elly Schlein: aldilà di ogni tentativo di maldestra strumentalizzazione, vedremo da che parte sta la maggioranza del paese alle prossime elezioni politiche e ancor prima lo vedremo in autunno alle prossime elezioni regionali”. Così in una nota il senatore del Pd Michele Fina.