“La gestione del Pnrr è un concentrato di contraddizioni e del pessimo modus operandi del governo Meloni e questo decreto ne è la perfetta dimostrazione. E’ la sintesi di come la destra stia governando il nostro Paese a forza di commissariamenti, negazionismo sulla crisi climatica, ritardi e fallimenti proprio sul Pnrr, senza il quale le condizioni già difficili della nostra economia sarebbero disperate. Senza di noi, che quel piano di ripresa e resilienza lo abbiamo voluto, il nostro non sarebbe stato Il Paese in Europa ad avere beneficiato di maggiori risorse. E questo, nonostante la destra lo avesse osteggiato e bocciato proprio in Parlamento. Purtroppo per i limiti evidenti di questo Governo continuiamo a registrare ritardi e difficoltà di applicazione che rischiano di far saltare programmi e progetti che, temiamo, non basterà l’ennesimo decreto legge, con la solita formula di necessità e urgenza, a salvare. Questo decreto si sarebbe dovuto occupare del Pnrr, che in questi anni ha garantito al Paese la tenuta economica, ma non lo fa. Il Pnrr è il vero “convitato di pietra”, c’è, incombe ma il Governo si dimostra sempre inadeguato nei suoi confronti. La nostra economia è in crisi: crescita dimezzata nel 2025, produzione industriale in calo da due anni, costi dell’energia alle stelle, stato sociale alla deriva e all’orizzonte una prospettiva di recessione per i prossimi anni, quando non avremo più il PNRR . Servirebbero quindi idee e competenza, piani e azioni, mentre invece il Governo vive di rinvii. Servirebbero 800 mld di euro l’anno per rilanciare l’economia europea e per sostenere la nostra, un Pnrr all’anno. Peccato che non ci sia nessuno nel Governo che si preoccupi di cosa accadrà e soprattutto di cosa fare oggi. L’unica cosa che viene proposta è un decreto che, sin dal primo articolo, reca il marchio di fabbrica del Governo: propaganda e commissariamento. Elementi inscindibili per una strategia che risponde alla logica del consenso privilegiando la retorica del potere a discapito della reale e concreta soluzione dei problemi. Nel corso di due anni e mezzo il Governo ha promosso oltre 60 procedure di nomina di commissari “alla qualunque”. Se a ciò aggiungiamo l’approccio trumpiano che derubrica le emergenze ambientali a questioni marginali, dedicando loro solo qualche comma quando sarebbero serviti ben altre misure e ben altri sforzi, il quadro è completo. Tanta arroganza e sciatteria ha solo un nome: malgoverno, che noi continueremo sempre a combattere. Per questo, oggi, voteremo contro questo provvedimento”. Così il senatore del Pd Michele Fina sul decreto Emergenze.
Pubblicato il
in Comunicati Stampa, Politiche UE, Stampa