Il compito del ministro dell’ambiente dovrebbe essere quello di difendere la sua funzione in un Governo che è contro la sostenibilità e che barcolla tra il negazionismo climatico e il fare spallucce. Invece accetta passivamente tutto. Questo Governo aggira gli impegni presi mentre aumentano le patologie ai danni degli esseri umani, al pari degli eventi climatici estremi, preferendo dire agli alluvionati di farsi una assicurazione. Insomma il Governo non stanzia risorse sufficienti e abbandona persone e imprese dicendo loro di arrangiarsi. Questo vale per l’agricoltura, colpita da siccità e da eventi estremi, con i ristori al 4%. Siamo al “si salvi chi può”. Lo stesso Governo, mentre si vanta di essere in linea con lo stato di avanzamento del Pnrr, le cui risorse servirebbero proprio per “curare” tanti dei problemi che colpiscono il Paese, omette di dire che ha speso solo 1/4 dei fondi disponibili, 53mld su quasi 200. Più di un quarto di questi derivano proprio dal vituperato super bonus in edilizia: che è il male assoluto quando si deve giustificare l’assenza di risorse in sanità e lavoro e che diventa il bene assoluto quando si sostiene che i dati dell’occupazione sono in crescita. Peccato che si ometta che l’incremento avviene proprio grazie all’edilizia e che il lavoro di cui si vanta il Governo è soprattutto lavoro povero. La verità è che il Governo è indietro sul Pnrr, in particolare nella parte destinata alla transizione ecologica e alle 6 misure relative: lo sviluppo del bio-metano, al rafforzamento della Smart Grid, al potenziamento del parco autobus regionale, all’industria delle batterie, alla capacità produttiva delle rinnovabili, agli investimenti sulle infrastrutture idriche primarie, per le quali corrispondono circa 3,1mld a fronte di una spesa di solo 250mln, l’8% delle risorse previste. Siamo il Paese che ha i costi energetici più alti d’Europa, ad agosto abbiamo pagato 128 euro a Megawatt ora, contro in 91 della Spagna, gli 82 della Germania e i 54 della Francia. Parliamo anche di una povertà energetica di chi non ha i soldi, non solo per curarsi, ma anche per scaldarsi durante l’inverno. Parliamo di crisi di automotive, del Paese reale in difficoltà, anche di chi fa impresa e non riesce ad essere competitivo e chiude. Insomma si tratta dell’Italia intera danneggiata irreparabilmente dai ritardi del Governo Meloni. Sul Pnrr è notte fonda e a pagare sono gli italiani mentre il Governo mette a disposizione solo la sua assoluta incompetenza. Così intervenendo nell’aula di Palazzo Madama il senatore del Pd Michele Fina, in replica al ministro Pichetto Fratin interrogato in merito ai ritardi di attuazione del Pnrr.
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