“La partecipazione di Elly Schlein al
Pride di Budapest è molto più di un gesto simbolico: è un atto
politico di libertà. In un paese governato da chi reprime i
diritti e alimenta odio e censura, esserci con il corpo e con la
parola significa schierarsi. Lo fa Elly, lo fanno i democratici
europei, lo facciamo noi. Giorgia Meloni preferisce continuare a
tacere, anche di fronte al tentativo di vietare la
manifestazione. Il suo silenzio non è neutro: è complice”. Lo
dichiara Michele Fina, senatore del Partito democratico e
tesoriere nazionale.
“La destra italiana- prosegue Fina- chiude gli occhi davanti
all’Ungheria dove da anni assistiamo allo smantellamento
sistematico dello Stato di diritto: chiusura delle università
libere, limitazioni all’indipendenza della magistratura, leggi
contro la stampa, uso politico della polizia, campagne d’odio
contro migranti e persone LGBTQIA+, fino alla censura dei libri e
alla persecuzione della cultura critica. È un modello che Meloni
non ha mai apertamente criticato. Anzi, l’ha difeso in sede
europea, ostacolando anche le sanzioni per violazione dello Stato
di diritto. D’Altra parte l’Italia della presidente Meloni per
quanto riguarda la piena fruizione dei diritti si sta avvicinando
all’Ungheria di Orban, allontanandosi dalle altre democrazie
continentali. La presenza del Partito democratico al Pride di
Budapest- conclude Fina- dice chiaramente da che parte stiamo:
dalla parte dei diritti, delle libertà, dell’Europa che non si
piega ai nazionalismi illiberali. Il silenzio della Meloni è
pericoloso. Noi non ci faremo intimidire: continueremo a portare
nelle piazze d’Europa una bandiera che non si toglie mai: quella
del rispetto e della dignità umana”.