“La destra dice di essere favorita dalla mancanza del voto disgiunto (che invece c’è stato in Sardegna): è solo l’implicita ammissione che Luciano D’Amico è un candidato molto più forte del romano Marco Marsilio, calato dall’alto in Abruzzo come e peggio di Truzzu. Vinceranno Luciano D’Amico e la sua coalizione e lo faranno per l’Abruzzo e gli abruzzesi. L’unica cosa di cui si vanta e si può vantare Marsilio è essere amico di Giorgia Meloni. Solo di questo perchè i suoi anni di non governo hanno pesantemente penalizzato la nostra terra. Le risorse insufficienti stanziate per il sistema sanitario nazionale non sono state contestate dal presidente della regione Abruzzo, nonostante il disastro della sanità regionale; Marsilio ha sostenuto e sostiene l’autonomia differenziata di Calderoli che è una secessione contro il sud Italia. Il Governo ha definanziato la nostra regione per miliardi di euro del PNRR e Marsilio, invece di protestare, ha plaudito inventandosi, con un gioco delle tre carte, la presunta sostituzione di quei fondi tagliati con i fondi europei di coesione che sono comunque dell’Abruzzo. È stato ridimensionato il settore scolastico, penalizzando in particolare le aree interne e Marsilio non ha detto nulla. Sono stati tagliati 250 milioni del Fondo Complementare al PNRR destinato ai comuni terremotati e la Regione Abruzzo invece di impedire questo scempio si limita a fare da accompagnatore al Commissario Castelli per iniziative elettorali. Di preciso, a che serve questa amicizia con Giorgia Meloni? Serve all’Abruzzo o serve a lei per avere un popolo da maltrattare e che non si lamenta perché il presidente da lei nominato ha il compito di tenerlo buono? Perché, a dirla tutta, se l’Abruzzo ha questi amici, non ha bisogno di nemici”. Così in una nota il senatore e Tesoriere del Pd Michele Fina.


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