“Lo scorso 9 febbraio è stato l’anniversario della morte del Presidente emerito del Senato Franco Marini del quale va ricordata l’autorevolezza e lo spirito costituzionale con cui ha saputo presiedere questa aula. Franco Marini, con la sua passione autentica ha coniugato l’uomo di parte con l’uomo delle Istituzioni, sempre capace delle più avanzate mediazioni per il bene comune. Ha sempre ricercato l’unità e lavorato per essa, nel partito come nei ruoli che ha ricoperto. Equità, giustizia sociale, dignità del lavoro sono state una ragione di vita per il ‘lupo marsicano’ da quando girava la Marsica per raggiungere i luoghi di lavoro e di lotta sindacale”. Lo ha detto il senatore abruzzase del Pd Michele Fina, tesoriere nazionale del Pd. ” Il suo impegno sindacale- ha continuato FIna – è stato una tappa di un lungo cammino che proseguirà nelle istituzioni. Da Ministro del Lavoro, infatti, darà alla luce la legge 460 del 1992, con l’introduzione di ammortizzatori sociali e sostegno all’occupazione. Quelli erano anche gli anni di collaborazione con Mino Martinazzoli, come capo dell’organizzazione nazionale della Democrazia Cristiana. Un ruolo che poi lo porterà nel 1997 alla segreteria del Partito Popolare Italiano.
Marini ha attraversato quegli anni da assoluto protagonista: leader riconosciuto, spesso decisivo nei principali snodi politici, uno dei padri della coalizione di centrosinistra, dalla nascita della Margherita alla fondazione del Partito Democratico, del quale è rimasto, fino alla fine, un forte punto di riferimento.
Una vita da combattente e uomo delle Istituzioni.
Credeva nei partiti, nella militanza, nell’impegno, nella partecipazione, nella politica popolare in grado di stare fra le persone, in grado di farsi capire sempre dalle persone.
Sarebbe stato un grande Presidente del Consiglio. Sarebbe stato un grande Presidente della Repubblica. Purtroppo ciò non è avvenuto ma Franco Marini ci ha lasciato in eredità una vita sindacale e politica feconda come potrebbero ricordarci la senatrice Annamaria Furlan prima donna segretaria generale della Cisl e Dario Franceschini, il più importante allievo, figlio politico e amico.
A Franco Marini mi uniscono le comuni radici abruzzesi e la fortuna di aver avuto il suo severo affetto nei miei primi impegni politici territoriali. Penso che per chi fa politica siano da prendere ad esempio la sua postura, la chiarezza, la lucidità e da apprezzare la ruvidezza coriacea, il richiamo costante e fermissimo alla realtà dei fatti. Nel rivolgere quindi un abbraccio al figlio Davide ricordo a tutti noi come la vita di Franco Marini richiederebbe di essere ripercorsa con più attenzione non solo per lui ma per noi, per le Istituzioni, per la coesione sociale, per la comunità nazionale, per il futuro del nostro Paese”.


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