“Un’altra visione nella gestione dei corsi d’acqua e in generale l’impegno per il ripristino della natura sono tasselli essenziali per la transizione ecologica. Occorre mutuare le buone pratiche, interagire da subito con il Parlamento europeo che sta lavorando su questi temi”. Lo dice il senatore del Pd Michele Fina, che oggi ha introdotto l’evento di presentazione della proposta di Regolamento europeo sulla Nature Restoration, organizzato dall’intergruppo parlamentare sul contrasto ai cambiamenti climatici in collaborazione con il Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale (CIRF). Si tratta del primo incontro pubblico organizzato dall’intergruppo, che è il più consistente: vi hanno aderito sinora settanta parlamentari tra tutte le forze politiche. “Costruiamo l’Europa da 70 anni – ha detto Cesar Luena, relatore della proposta di regolamento, nel corso dell’incontro – ma è la prima volta che lavoriamo in modo così diretto sul ripristino sulla natura. Tra i contenuti della proposta ci sono l’aumento della percentuale di ripristino fino al 30 per cento, obiettivi specifici come l’incremento della copertura arborea delle città fino al 6 per cento nel 2040, l’obbligo di tutela dei boschi primari e antichi, il ripristino di 25mila chilometri di connettività fluviale senza barriere. Serve un fondo che diventi permanente per finanziare le politiche di ripristino. Come Unione europea continuiamo a guidare queste posizioni”. Andrea Goltara, direttore del CIRF, ha sottolineato che la “connettività fluviale è uno dei temi chiave della Restoration Law. Occorre dare più spazio ai corsi d’acqua, e alla natura, per aiutare la ricarica delle falde e per fare fronte ai cambiamenti climatici. Non solo realizzare nuove opere ma rimuoverle, togliere sbarramenti e riaprire fiume tombati, come sta facendo la Spagna”. Per l’europarlamentare Brando Benifei “lavorare assieme è fondamentale, con le contrapposizioni ideologiche non si riescono a fare nemmeno le cose più basilari e importanti”. Il senatore Antonio Trevisi si è soffermato sul grande ritorno anche in termini economici degli investimenti per il ripristino della natura, evidenziati nell’intervento di Giuseppe Dodaro di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, chiedendo “come mai allora l’Unione europea non li tiene fuori dai vincoli di bilancio”. Lorenzo Ciccarese di Ispra ha richiamato l’accordo globale sulla biodiversità recentemente siglato a Montreal, l’obiettivo di arrivare al 30 per cento di protezione entro il 2030, ma “è possibile raggiungerlo anche attraverso misure efficaci di conservazione che non siano l’istituzione di aree protette, e quindi conseguibili in modo più economico”.
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