“Il Pd ha individuato fin dall’avvio dell’indagine conoscitiva il peso fiscale eccessivo gravante sui ceti medi e sui fattori produttivi, lavoro e capitale e per questo ha collaborato con spirito costruttivo con tutte le altre forze politiche per raggiungere il risultato di un documento di indirizzo quanto più condiviso e partecipato. Se per il centro destra la riduzione delle tasse e della pressione fiscale è un fatto positivo a prescindere, per il Pd l’assunto principale è rimuovere le storture e le anomalie del regime tributario, avendo in mente che l’articolo 53 della Costituzione impone a tutti di pagare le imposte e che il gettito va a coprire le spese pubbliche e cioè investimenti, welfare e redistribuzione. E sottolineo che l’insistenza sull’esigenza di orientare il fisco alla crescita motiva anche la condivisione di un percorso di superamento dell’Irap, soprattutto per un’attenzione rinnovata alle esigenze di ceti produttivi che hanno vissuto l’Irap come un prelievo sui costi e non sul reddito prodotto. Il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva non è, per ragioni procedurali e per precisa scelta politica, un atto normativo, ma una deliberazione quasi programmatica e di indirizzo. In questa prospettiva le commissioni Finanze di Senato e Camera non hanno deliberatamente affrontato in questa fase la questione della copertura finanziaria. La legge delega, comunque, può contare su una posta in bilancio di 2 miliardi essendo utilizzati i restanti 6 per l’avvio dell’assegno unico, altro elemento distintivo del percorso riformatore verso le esigenze delle famiglie. La stagione del rigore e dell’austerità è definitivamente tramontata. I tratti salienti della proposta che abbiamo avanzato riguardano la semplificazione quale elemento costituito della riforma, l’esclusione di alcuni tipi di imposte dalla discussione, il ruolo pro-crescita, l’individuo e non il nucleo familiare soggetto di imposta, un equilibrio tra tassazione dei redditi da lavoro autonomo e regime sostitutivo. Su questi temi è molto importante si sia raggiunto un accordo politico importante. Ovviamente la riforma fiscale è uno degli strumenti, ma certamente non basta: la riforma della giustizia tributaria si affianca ad essa e arricchisce il capitolo fondamentale del documento conclusivo dedicato al rapporto fisco contribuente”. Così in una intervista a Formiche.net il senatore del Pd Luciano d’Alfonso, presidente della commissione Finanze a Palazzo Madama.


Ne Parlano