Le azioni indirizzate alle banche e agli intermediari finanziari costituiscono uno strumento fondamentale di politica economica, con riflessi significativi sull’economia reale, per gli aggregati famiglie e imprese, ma anche sulle finanze pubbliche”. Lo afferma il Presidente della Commissione Finanze e Tesoro mauro Maria Marino, intervenendo oggi in Aula a Palazzo Madama sul dl banche
“In materia di intermediari finanziari – spiega Marino – non si tratta di fare ‘favori alle banche’ – lettura riduttiva e quanto mai fuorviante –, ma di intervenire su un settore nevralgico dell’economia, tanto più in un momento in cui le risorse aggiuntive fornite dal credito sono strategiche per il futuro”.
“Un anno fa – continua il parlamentare dem – davo atto al Governo di aver superato le colonne d’ercole di un bacino ristretto e autoreferenziale quale quello del settore bancario con la riforma delle banche popolari. A tale innovazione si aggiunge oggi il nuovo assetto della galassia del credito cooperativo: sono soddisfatto del testo accolto dalla Camera dei deputati poiché l’impianto del progetto della Federcasse è stato confermato, sono garantite alternative all’adesione al gruppo delle BCC, ma senza stravolgere i principi della cooperazione”.
“Il progetto di riforma – sottolinea Marino – è stato seguito dalla Commissione Finanze fin dall’inizio ed è stato oggetto di un seminario istituzionale svoltosi qui in Senato con l’omologa Commissione della Camera e presenta dei contenuti di interesse generale: il credito cooperativo rappresenta un elemento di peculiarità (si è parlato anche di “biodiversità finanziaria”) che ha bisogno di essere sostenuto in un momento di rapidi mutamenti. Non lo si fa con le risorse pubbliche, ma attraverso un’impalcatura giuridica che risponde all’esigenza di vigilanza sistemica, e salvaguarda le singole realtà economiche vicine al territorio, mette a fattore comune servizi e esperienze: è una risposta forte, del sistema e della politica, si cambia la prospettiva ma è certamente una risposta all’altezza dei tempi che viviamo”.


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