Se il governo prepara il decreto si potrebbe partire subito dalla Camera
Prima del seminario ad hoc organizzato due settimane fa in Senato, Mauro Maria Marino, presidente della Commissione Finanze di Palazzo Madama, sosteneva che la strada migliore per arrivare all`approvazione dell`auto riforma del Credito cooperativo fosse quella di un disegno di legge. «È un` ipotesi da valutare», disse alla vigilia dell`appuntamento. Ma adesso – dopo aver riscontrato la volontà di tutti i soggetti coinvolti a trovare un accordo sui punti chiave e «aver preso atto del bel lavoro» svolto da Federcasse nella preparazione del provvedimento – lo stesso senatore Marino (Pd) afferma: «Alla luce del percorso virtuoso già compiuto e visto che non sembra esserci la necessità di stravolgere l`impianto del testo, tanto vale procedere attraverso un decreto legge. È lo strumento più rapido, in quanto permetterebbe alla norma di entrare in vigore immediatamente».
Presidente, quindi l`impostazione della misura già funziona?
In base alle informazioni di cui si è discusso finora direi di sì. Restano alcuni punti da rivedere-dal tema della holding unica a quello dell`asticella del capitale minimo ma direi che in generale si rispetta la questione cardine, ovvero quella di coniugare le istanze che arrivano dall`Europa alla necessità di mantenere intatte le peculiarità e la biodiversità di questo mondo. Le Bcc rappresentano una ricchezza per il territorio, erogano credito a imprese e famiglie. Questo patrimonio nazionale va tutelato e sostenuto. Mi sembra che la riforma riesca in tale intento.
Quando si potrà incardinare il testo in Parlamento?
Attualmente è in corso una fase di dibattito e riflessione che deve ancora terminare. Speriamo che ci sia un` accelerazione già nei prossimi giorni. Non appena sarà chiusa, comunque, non vedo ostacoli a un iter rapido. Poi dipenderà anche dal governo.
Il testo arriverà al Senato o alla Camera?
Dipende da quando finirà l`approfondimento. Fino al 20 novembre il Senato sarà impegnato con la legge di Stabilità, quindi se tutto sarà pronto prima di quella data si potrebbe partire a Montecitorio, altrimenti si comincerà tra circa tre settimane a Palazzo Madama. Comunque, a seconda del fatto che si propenda per la prima o la seconda ipotesi, ci sono i tempi per varare la riforma entro il 2015 o al massimo subito dopo la pausa natalizia. Cioè a gennaio 2016.
Qualcuno ha avanzato la possibilità di agganciare l`autoriforma delle Bcc alla misura sulla bad bank. Lei sarebbe d`accordo?
Assolutamente no. Sono provvedimenti profondamente diversi tra loro che, dunque, devono viaggiare su binari separati. Mescolandoli si creerebbe solo confusione.
Il governatore della Banca d`Italia, IgnazioVisco, ha definito la riforma «necessaria» e ha invitato a procedere in fretta…
Le parole del numero uno di Bankitalia rappresentano uno stimolo forte, che in psicologia verrebbe chiamato «rinforzo positivo». Superata una fase particolarmente calda dei lavori parlamentari, credo che non appena arriverà la misura si potrà procedere in modo spedito per tagliare il traguardo, in base anche agli impegni presi dall`Italia con Bruxelles, entro i tempi stabiliti.

Ne Parlano