“La riforma delle Bcc e le altre misure contenute nel decreto legge n. 18 del 2016 in esame al Senato per la conversione con modificazioni va nella direzione auspicata dal sistema delle Banche di Credito Cooperativo e dalla stessa Banca d’Italia. Il provvedimento riprende nella sostanza il progetto di autoriforma proposto dalle stesse BCC. Rafforzare il sistema per renderlo competitivo rispetto alla nuova realtà dell’Unione Bancaria europea e mantenere i connotati di mutualità e di erogazione del credito a famiglie e alle piccole imprese del territorio sono le coordinate del provvedimento”. Lo dice il senatore del Pd Claudio Moscardelli, che è intervenuto nell’Aula del Senato.

“Rispetto alle 364 banche di credito cooperativo con un patrimonio complessivo di 20 miliardi di euro – prosegue Moscardelli –  si favorisce l’aggregazione in un gruppo bancario con una holding capogruppo Spa con almeno un miliardo di euro di patrimonio, detenuta in modo maggioritario dalle BCC che possono esercitare il credito in forma cooperativa solo se fanno parte di un gruppo. Si può evitare il gruppo solo dando vita ad una banca Spa con almeno 200 milioni di euro di patrimonio. Ci sono 14 banche nel Paese con questo requisito e presenti in diverse realtà territoriali. Altre importanti norme sono lo stop all’anatocismo, l’estensione della Garanzia pubblica sulla cartolarizzazione delle sofferenze anche agli intermediari finanziari, il fondo temporaneo a sostegno delle attività di credito cooperativo in attesa della costituzione del nuovo gruppo”.