Le banche non scarichino sui cittadini i costi dell’adesione ai fondi di tutela e al Fondo Atlante, come già sembrano aver fatto tre istituti di credito, con un’operazione sulla quale il ministero dell’Economia dovrebbe intervenire. E’ quanto chiede la senatrice del Pd Laura Puppato, con un’interrogazione parlamentare rivolta proprio al ministro Pier Carlo Padoan e sottoscritta anche dai colleghi dem Mario Morgoni, Josefa Idem, Silvana Amati, Giancarlo Sangalli e Ignazio Angioni e dai senatori Laura Bignami (Misto), Hans Berger (Aut), Pietro Liuzzi (Cor) e Adele Gambaro (Ala).

“Secondo quanto hanno ricostruito quotidiani come ‘Il Giornale’ e ‘La Stampa’ – sottolinea Puppato nell’interrogazione – alcuni istituti di credito avrebbero alzato i costi dei conti correnti anche per far fronte ai costi della partecipazione al Fondo interbancario, al Fondo nazionale delle risoluzioni bancarie e al Fondo Atlante. Si tratta in particolare di Unicredit, che ha aumentato di 2 euro al mese i costi su alcune tipologie di conto corrente, del Banco Popolare, con una maggiorazione una tantum di 25 euro e di Ubi Banca, che ha disposto un aumento di 12 euro all’anno. Eppure la partecipazione al Fondo Atlante è stata volontaria e prevede per regolamento un rendimento atteso del 6%, mentre il Fondo interbancario di tutela dei depositi è un consorzio obbligatorio per le banche italiane e facoltativo per le altre, ma comunque di tutela delle stesse banche. Eppure, la fiducia nelle banche da parte degli italiani andrebbe ricostruita anche attraverso una maggiore trasparenza  su oneri e prelievi ai danni dei correntisti inconsapevoli. Per questo – conclude Puppato – chiediamo al ministro una valutazione su quanto è accaduto e se non intenda sollevare la legittimità degli aumenti promossi dalle 3 banche di fronte a Bankitalia e Consob”.

 

 


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