Uscire dalla logica degli schemi ‘contrapposti’. Meglio entrare nel merito
E’ paradossale che nel momento in cui il governo Renzi mette in campo provedimenti incisivi per sostenere i redditi dei lavoratori e per ridurre la tassazione sulle imprese si registri un asprimento (per ora solo dichiarato) e i rapporti con la Confindustria e i sindacati, in particolare la Cgil. Nella dialettica ‘aspra che si è accesa in questi giorni tra il presidente del consiglio e ‘la strana coppia Squinzi-Camusso’ si rischia di non capire la reale motivazione, in particolare se si è in presenza di un cambiamento radicale dei rapporti in chiave autoritaria da parte del governo verso le parti sociali.
 Non penso sia così, anche se indubbiamente il momento di emergenza politica, economica e sociale che il paese sta attraversando obbliga tutti i soggetti ad un cambiamento sostanziale dei propri comportamenti, evitando di restare prigionieri del passato e di posizioni conservatrici. Il presidente del consiglio ha la necessità di parlare al paese con l`unico linguaggio che oramai è concesso alla politica, quello dei fatti, delle risposte concrete al grave disagio sociale e alla disaffezione crescente verso la politica da parte dei cittadini. In questa semplificazione soprattutto comunicativa marca in modo forte la distanza con le ritualità del passato, soprattutto nella loro versione ‘inconcludente’ e di eterna discussione.
Non credo (e sbaglierebbe se lo facesse) che il presidente Renzi intenda sottovalutare la valenza di rappresentanza e di partecipazione alla vita democratica che è assicurata dalle grandi organizzazioni sindacali e datoriali, e in generale dall`insieme dei corpi intermedi, vero tessuto connettivo della civile convivenza e della dialettica democratica. È importante allora che il governo sappia davvero ‘ascoltare’ le istanze e le proposte delle rappresentanze sociali ed economiche, come uno dei presupposti fondamentali delle scelte che esso è chiamato ad assumere. Per quanto riguarda sindacato ed associazioni datoriali è di fondamentale importanza che nello svolgere il loro insostituibile ruolo di rappresentanza di lavoratori e imprese, abbiano non solo la capacità di avanzare critiche ma prima ancora quella di fare proposte e di assumersi la responsabilità necessaria per farle andare avanti. Ad esempio interna di concertazione è indubbio che una stanca ripetizione di incontri tra parti sociali e governo, dove si mette in atto un dialogo fra sordi del tutto inconcludente, non serva ne al governo ne alle parti sociali e soprattutto, non serve al paese.
Viceversa se la concertazione, come avvenuto in questo paese nei momenti più critici della vita economica e sociale (ne11984 e ne11993 ad esempio) è innanzitutto la condivisione di obiettivi e la conseguente assunzione di responsabilità per attuarli, l`utilità politica, economica e sociale dalla concertazione sarebbe concreta e visibile, di grande aiuto per un paese, stremato e disorientato come il nostro. Spetta dunque al governo e alle parti sociali un compito importante. Uscire dagli schemi ‘contrapposti’, entrare nel merito di come realizzare nei prossimi mesi tutte quelle azioni politiche che rispondono innanzitutto alla maggiore priorità del paese: fare ripartire la crescita e con essa l`occupazione attraverso la riduzione della tassazione per lavoratori, ed imprese, politiche di investimenti e di rilancio economico nei diversi settori manifatturiero, energetico, infrastrutturale, ambientale, costruendo una diversa politica di sviluppo anche in Europa.
Le parti sociali possono dare un grande apporto se sapranno guardare alla sostanza come hanno fatto nelle Uscire dalla loro migliori esperienze in materia di riforma della contrattazione e recentemente con l`importante accordo sulla rappresentanz a.Ad esempio è poco utile che le parti sociali cristallizzino il loro dissenso sui temi più complessi come la flessibilità del mercato del lavoro; è molto più efficace se sapranno assumere un ruolo di protagonismo diretto per orientare le nuove misure previste nel decreto del governo verso le maggiori opportunità di lavoro per i giovani, come in effetti esse vogliono realizzare.
L`occasione di un programma del governo tutto orientato alla crescita e al lavoro con le riforme della fiscalità, della pubblica amministrazione, della revisione della spesa pubblica in chiave anti- sprechi, di riduzione dei costi della politica è preziosa anche per le parti sociali che sono chiamate a mettersi in sintonia con questi obiettivi per contribuire a migliorarli e rafforzarli contro le tante rendite di privilegi, di conservazione, di difesa anche corporativa di interessi. In questo percorso nuovo, scandito dall`esigenza del cambiamento, dalla forza del pragmatismo che sa prendere le decisioni necessarie, il governo e le parti sociali possono sicuramente ritrovare molti punti in comune, che alla fine renderanno più forti entrambi nella capacità di rispondere ai bisogni del paese per costruire un futuro di lavoro, di inclusione sociale, di partecipazione democratica e di speranza.

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