‘L’Italia spende poco, troppo poco, per la politica estera, ma grazie alla revisione della spesa, che da tempo la Farnesina sta conducendo in dialogo permanente con le commissioni esteri del parlamento, l’Italia sta cercando, almeno, di spendere bene, di impiegare in modo ottimale le risorse che destina alla sua proiezione internazionale. Il pacchetto di norme contenuto nel decreto Irpef, introdotto nel corso dell’esame in commissione bilancio e recepito dal governo nel maxiemendamento sul quale ha posto la fiducia, è un altro passo in avanti in questa direzione’. È questa l’opinione di Giorgio Tonini, vicepresidente dei senatori del Pd e presentatore degli emendamenti in questione. ‘Innanzi tutto – spiega Tonini – abbiamo inserito nel decreto una piccola riforma della normativa in materia di passaporti, adeguandola a quella degli altri paesi europei. D’ora in avanti, i cittadini italiani non dovranno più pagare la tassa annuale sul passaporto, in cambio di un ritocco di 30 euro del costo iniziale, con un risparmio, sui dieci anni di vigenza del documento, di più di 300 euro. Senza contare il valore della eliminazione del disagio, in particolare dei nostri connazionali residenti all’estero, che dovevano recarsi presso i consolati, contribuendo anche, loro malgrado, ad ingolfarne gli uffici. Anche sui passaporti insomma, l’Italia ‘cambia verso’: meno tasse e meno burocrazia’. ‘Il decreto – prosegue Tonini – contiene anche un’importante riforma delle spese di rappresentanza, che non saranno più appannaggio individuale dei singoli diplomatici, ma un fondo di sede, da rendicontare in modo trasparente, finalizzato in particolare alla promozione del Made in Italy.’ ‘Ora – conclude il senatore pd – ci aspetta la discussione parlamentare su tre altre importanti riforme, che contribuiranno a dare all’Italia una Farnesina 2.0, adeguata alle sfide nuove che il paese deve affrontare, in Europa e nel mondo: la riforma della cooperazione allo sviluppo, prossima ad essere conclusa in commissione; la riforma delle istituzioni di promozione della lingua e della cultura italiane; e la riforma della retribuzione dei diplomatici, per renderla più trasparente e in linea con le politiche di risparmio e di revisione della spesa, che il governo sta portando avanti’.

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