“E’ importante mettere in evidenza le tantissime nuove regole, le aperture al mercato, le occasioni che la nuova normativa offrirà agli operatori del nostro paese ed anche, non ultimo, lo straordinario passo avanti che l’Italia si appresta a fare verso una sempre maggiore integrazione con le economie dei nostri partner europei.
La vastità delle normative che andiamo ad approvare, la molteplicità dei settori interessati, l’incisività delle misure, stanno lì a dimostrare la dimensione e la pervasività degli ostacoli alla libera concorrenza che siamo andati accumulando nel tempo e hanno frenato la nostra crescita.
Ostacoli che hanno limitato lo sviluppo di un sistema economico caratterizzato in molti ambiti da un “aggravio di costi” del tutto ingiustificato, frutto di un contesto regolatorio insieme troppo rigido e troppo lasco, che ha reso l’Italia un ambiente in molti casi non accogliente per gli investitori internazionali.
Il tutto senza neanche offrire al tessuto produttivo nazionale le armi necessarie per tener testa alle richieste di un mercato globale sempre più esigente e sempre più interconnesso.
Le misure che andremo a introdurre incideranno non soltanto sulle imprese dei vari settori, ma anche sugli stessi cittadini consumatori, cambiandone le abitudini e i comportamenti, spingendoli a cercare contratti più adeguati alle loro esigenze in mercati nei quali opereranno fornitori sempre più numerosi, in concorrenza tra loro.
Questo è, dunque, l’obiettivo di fondo della legge sulla concorrenza: rinnovare e rafforzare l’economia italiana e impedirle di rimanere drammaticamente indietro rispetto agli altri paesi!
Tanti i ritardi che hanno pesato, quando l’Italia si crogiolava nell’illusione di poter conservare troppe posizioni privilegiate e discriminatorie, sempre evitando, ora per ragioni politiche, ora per l’interesse di alcuni, di affrontare con limpidezza e lungimiranza il nodo della libertà di concorrenza.
Nella vita delle nazioni, così come in quella delle persone, il tempo non è una variabile indipendente. Se lo dissipiamo può avere costi anche molto pesanti.
Lo dico anche pensando ai tre anni di intenso riformismo che abbiamo alle spalle.
Oggi sembriamo non accorgerci di quanto il Parlamento e il Governo hanno prodotto nell’ultimo triennio. Ma quando saremo in grado di esaminarlo con obiettività, ne apprezzeremo appieno il valore.
A quest’opera dobbiamo dare continuità.
L’Europa e l’Italia stanno attraversando una fase difficile, ma anche molto interessante.
Sappiamo che le forze antisistema hanno ancora in tutto l’occidente un peso consistente. Eppure ci sono segnali nuovi, qualcosa si muove nella politica europea. Mi posso sbagliare, ma l’inadeguatezza delle forze antisistema è sempre più avvertita da molti cittadini europei.
Penso da ultimi a quanto è avvenuto in Francia: il vistoso successo di Macron al primo turno fa ben sperare per domenica prossima.
E in Germania Schulz e la Merkel sono due leader il cui europeismo è noto e collaudato.
In questa Europa, politicamente ancora in bilico, ma che si sta evolvendo in una direzione positiva, da più di un anno la ripresa economica va consolidandosi e progressivamente rafforzandosi.
Tra le nazioni che hanno fatto l’Europa e che vogliono essere determinanti per il suo futuro, c’è, in primo piano, l’Italia.
Da noi, se consideriamo da dove siamo partiti e quanto ci pesa il carico del debito pubblico, i segnali di ripresa economica sono altrettanto concreti e visibili.
Ha ragione il ministro Padoan quando osserva che le riserve che nelle scorse settimane Fitch ha espresso sull’Italia non sono legate all’andamento della nostra economia, quanto all’incertezza delle prospettive politiche.
È in questo quadro che il voto del Senato sulla libertà di concorrenza acquista anche un rilievo fortemente politico. È il segno che il Parlamento continua ad essere fortemente impegnato su una linea concretamente riformista”.
Così il Presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, durante il suo intervento in aula a Palazzo Madama sul Ddl concorrenza.


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