Il presidente del Senato deciderà, mi fido di lui
Anna Finocchiaro è stanca per la trattativa notturna, ma l`orgoglio di aver ricompattato il Pd prevale sul mal di testa: «Sono sempre andata dritta, verso un testo condiviso da tutto il partito, poi dalla maggioranza e che potesse registrare un consenso ampio».
Scissione scongiurata?
«Sull`orlo della scissione non siamo mai arrivati. È stato un conflitto duro, ma grazie a Renzi, alla responsabilità di tutti e al lavoro parlamentare abbiamo superato un passaggio difficile».
I suoi tre emendamenti migliorano il ddl Boschi?
«Il più importante è quello sulle funzioni amputate dalla Camera, perché definisce il ruolo del Senato nel nuovo sistarla. Ciò che viene fuori è una ridefinizione del ruolo della seconda Camera, delle funzioni e della sua autorevolezza, il che corrisponde alle richieste di tante forze di opposizione».
Il nodo dell`elezione verrà sciolto con il listino?
«Ci siederemo a un tavolo e daremo attuazione all`accordo, con una legge. C`è un patto vero e io mi fido».
Avremo un premier forte e un capo dello Stato debole, come temono Bersani e Violante? Lei stessa parlò di Senato «dopolavoro».
 
«All`inizio del percorso l`impostazione della riforma mi pareva debole. Ho lavorato fin dalla prima lettura per definire al meglio le funzioni, anche nella chiave a cui faceva riferimento la minoranza. Finito il bicameralismo paritario, c`era l`esigenza di costruire, a fianco di una Camera eletta con il maggioritario, un Senato che rappresentasse le istituzioni territoriali, come in tante democrazie occidentali. Ho lavorato per restaurare funzioni esclusive del senato dopo che la Camera non aveva bene intercettato la necessità di equilibrio del sistema».
Non vede rischio di deriva autoritaria?
«No, vedo un sistema che assicura una democrazia governante e la tempestività delle decisioni. È un nuovo equilibrio che conserva al Senato competenze legislative importanti e lo fa essere un contrappeso al governo. L`abolizione del bicameralismo perfetto e una legge elettorale maggioritaria stanno nella cultura del Pd già dai tempi dell`Ulivo».
La sinistra ha segnato un punto, o ha stravinto Renzi?
«Dopo giorni difficili, chi ha vinto è il Pd e la maggioranza e io mi auguro che, alla fine, il Senato approvi la riforma con larghissimo consenso».
Calderoli permettendo.
«Con gli 85 milioni di emendamenti ha messo in campo una caricatura della democrazia parlamentare, ridicolizzando la funzione emendativa. Mi auguro che li ritiri».
Grasso dovrebbe usare il «canguro»?
«Di fronte a un fatto tanto straordinario e paradossale, strumenti regolamentari ce ne possono essere. Ma sono decisioni che Grasso prenderà nella dovuta autonomia».
 L`accordo e la sua decisione di non ammettere gli emendamenti all`articolo 2 in Commissione hanno depotenziato il ruolo di Grasso?
«No, ha ancora molti margini e si trova nelle condizioni migliori per decidere, perché si è realizzato quell`accordo politico che lui ha auspicato per mesi e rispetto al quale si è sempre riservato la decisione».
Aprirà a modifiche anche su altri commi dell`articolo 2?
«Io mi sono assunta la mie responsabilità, rispettando i regolamenti. Sbaglia chi dice che la mia è stata una fuga in avanti. Con 549 mila emendamenti, dovevo dichiarare i criteri di ammissibilità».
Il passaggio in Aula non è stato un blitz del governo?
 «È una sciocchezza assoluta sostenere che richiamare la legge in Aula sia in contrasto con la Costituzione. Questa procedura ha sbloccato l`impasse. Si è alzato il livello del confronto politico, accelerando la ricerca di una soluzione».
Per Mario Mauro ora il Senato ha due presidenti…
«Forse il collega non conosce bene i procedimenti parlamentari. I criteri che ho adottato sono coerenti e rispettosi dei regolamenti e dei precedenti».
Troppe minacce e pressioni su Grasso?
 «Renzi ha precisato e io ho il massimo rispetto del presidente Grasso. Da parte mia non ci sono state né pressioni, né minacce, ho fatto quel che dovevo e credo di averlo fatto bene».
Grasso concederà voti segreti sull`articolo 2?
«Deciderà autonomamente. Io mi fido di Grasso, mi aspetto buonsenso politico e osservanza del Regolamento. So che anche lui vuole la riforma».
È vero che D`Alema e altri colleghi ex ds la accusano di tradimento?
«Con D`Alema non ci parliamo da mesi. La minoranza ha votato un testo, in prima lettura, che non era più il ddl Boschi, ma aveva subito un profondo cambiamento in Commissione. Gli emendamenti sui quali tutto il Pd ora si trova unito coincidono con quel che ho sempre detto da relatrice. Il resto sono chiacchiere, un cicaleccio che non mi interessa».
Si aspetta ricompense?
«Mai chiesto nulla, mai avuto niente in cambio. Credo in questa riforma».
Teme trappole in Aula?
«Ci sono più punti aperti. Io sono stata attenta a costruire un testo che la Camera possa approvare identico, per avere la riforma vigente in tempi ragionevoli. Sapendo che deve passare al vaglio del referendum».
Come è scattato il «maternage» verso la Boschi?
 «Per una battuta sono diventata la zietta di Maria Elena. È intelligente e preparata. Ho un debole per le giovani donne che emergono nell`azione politica e nell`esercizio del potere. È un fatto di proiezione».

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