Anna Finocchiaro è stanca per la trattativa notturna, ma l’orgoglio di aver ricompattato il Pd prevale sul mal di testa: ‘Sono sempre andata dritta, verso un testo condiviso da tutto il partito, poi dalla maggioranza e che potesse registrare un consenso ampio. C’è stato un conflitto duro, ma grazie a Renzi, alla responsabilità di tutti e al lavoro parlamentare abbiamo superato un passaggio difficile’. Così Anna Finocchiaro, senatrice del Pd e presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, commenta l’avvenuto accordo sulle riforme nella maggioranza in una intervista al Corriere della Sera.’
Degli emendamenti presentati ‘il più importante è quello sulle funzioni amputate dalla Camera, perché definisce il ruolo del Senato nel nuovo sistema. Ciò che viene fuori è una ridefinizione del ruolo della seconda Camera, delle funzioni e della sua autorevolezza, il che corrisponde alle richieste di tante forze di opposizione. All’inizio del percorso l’impostazione della riforma mi pareva debole. Ho lavorato fin dalla prima lettura per definire al meglio le funzioni, anche nella chiave a cui faceva riferimento la minoranza. Finito il bicameralismo paritario, c’era l’esigenza di costruire, a fianco di una Camera eletta con il maggioritario, un Senato che rappresentasse le istituzioni territoriali, come in tante democrazie occidentali. Ho lavorato per restaurare funzioni esclusive del Senato dopo che la Camera non aveva bene intercettato la necessità di equilibrio del sistema. Ora vedo un sistema che assicura una democrazia governante e la tempestività delle decisioni. È un nuovo equilibrio che conserva al Senato competenze legislative importanti e lo fa essere un contrappeso al governo. L’abolizione del bicameralismo perfetto e una legge elettorale maggioritaria stanno nella cultura del Pd già dai tempi dell’Ulivo. Dopo giorni difficili, chi ha vinto è il Pd e la maggioranza e io mi auguro che, alla fine, il Senato approvi la riforma con larghissimo consenso’.

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