Legge elettorale? No a maquillage del Porcellum
 ‘Credo sbagliato guardare alle riforme come ad un match. Evitiamo i duelli. Bisogna evitare che una discussione seria su come dare al Paese un sistema istituzionale forte si trasformi in una competizione tra opposte tifoserie. Dobbiamo partire dai mali della democrazia italiana. C’è una prima debolezza: quella dei partiti. Formazioni personalistiche. Tranne il Pd, un partito popolare che mostra, però, anch’esso qualche difficoltà. A volte, infatti, sembra che venga considerato una sorta di trampolino di lancio per candidabili. E’ importante avere un leader, certo, ma il Partito democratico deve essere molto di più del suo leader’. Così Anna Finocchiaro, senatrice del Pd e Presidente della Commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama in una intervista all’Unità. Sul tema delle riforme istituzionali la Finocchiaro sottolinea: ‘Il Parlamento è sfibrato dal bicameralismo che spesso rallenta l’iter delle leggi. Il Parlamento legifera sempre più sulla base della necessità di convertire decreti legge e sempre meno per iniziativa propria. Le Camere devono recuperare autorevolezza visto che sono formate da nominati e non da eletti. La legge elettorale non è più in grado, tra l’altro, di assicurare maggioranze stabili. Le vicende degli ultimi anni dimostrano anche le difficoltà degli esecutivi. Tutto questo mentre il protagonismo degli enti locali e delle Regioni reclama una Camera delle autonomie anche al fine di promuovere l’unità nazionale. Prima di duellare tra semipresidenzialismo e cancellierato, quindi, dovremmo partire dai mali che affliggono le nostre istituzioni. Io non ho tabù. Dobbiamo poter ragionare di tutto, liberamente. Qualora la discussione si incentrasse sul semipresidenzialismo, però, prima bisogna discutere del fatto che un sistema di questo genere deve essere accompagnato da norme rigorosissime su incompatibilità e conflitto d’interessi’. Sulle critiche al percorso di riforme votato la scorsa settimana alle Camere la senatrice del Pd insiste:’ l’articolo 138, ma addirittura lo rafforza attraverso il referendum confermativo sui testi che venissero approvati dalle Camere con la maggioranza dei due terzi. Trovo pretestuosa la critica di chi sostiene che si viola lo spirito della Costituzione perché si parte con disegni di legge di iniziativa del governo. Garantiremo ed esalteremo la sovranità piena del Parlamento. Vorrei ricordare che siamo partiti dall’idea di una Convenzione formata da parlamentari e non parlamentari e siamo arrivati a un percorso che rafforza il 138. Altro che indebolimento. Bisogna lavorare ventre a terra. Discuteremo, se necessario, giorno e notte per trovare le migliori soluzioni. Nessuno deve piantare bandierine, però. Basta con la pretesa del “così o niente’. E sulla legge elettorale conclude: ‘Io sono per il maggioritario a doppio turno, ma non mi attesterò sul “questo o niente. Il Porcellum produce ingovernabilità. Bisogna mettere in sicurezza il Paese, nel caso in cui – malauguratamente – dovessimo tornare al voto prima delle riforme e della legge elettorale ad esse conseguente, Serve subito una clausola di salvaguardia. In questo caso per me il Mattarellum rimane la soluzione migliore, ma non mi impicco alla mia proposta. Se iniziamo a litigare sulla fase transitoria mettiamo a rischio il percorso delle riforme. Sono aperta a soluzioni diverse intorno alle quali trovare convergenza. A patto, però, che non si introducano solo ritocchi a quel Porcellum che produce enormi danni al Paese, come i fatti dimostrano’.

Ne Parlano