“Ringrazio il mio gruppo che mi consente di svolgere questa dichiarazione di voto sul più duro e anche appassionante lavoro di una lunga esperienza parlamentare, che con questa legislatura finirà. Inizio sottolineando un argomento assente nel dibattito in quest’aula e cioè che in questa giornata storica si supera il bicameralismo perfetto, realizzando un’esigenza sentita già dai Costituenti”. Lo ha detto la senatrice del Pd Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari costituzionali, nel suo discorso in dichiarazione di voto nell’Aula del Senato.
“Già il 22 dicembre 1947, nell’ultima seduta della Costituente – ha proseguito Finocchiaro – Meuccio Ruini sottolineò la grandezza della prima parte della Costituzione, ma disse che la seconda avrebbe presentato gravi difficoltà per quel bicameralismo perfetto che nasceva dal timore dei due massimi partiti, la Dc e il Pci, che alle elezioni politiche uno prevalesse sull’altro. Questo argomento è stato ripreso poi da tanti costituenti E costituzionalisti. Negli anni Settanta Mortati si riferì al bicameralismo come ad un ‘problema al quale non può tardarsi a dare soluzione’. E’ stato questo il problema che ha creato un difetto nel circuito Parlamento-maggioranza-governo e che ha reso i governi deboli e incapaci di essere propulsori per il Paese. Il tema è il nesso tra giusta rappresentanza e scelte degli esecutivi, cioè la democrazia governante. Sono queste riflessioni che ci hanno condotto fin qui. E’ il testo migliore possibile? E’ il miglior frutto della migliore transazione possibile e dunque è la migliore legge possibile. E dico anche a chi non voterà questa riforma: la democrazia è prassi e dunque, dal momento dell’approvazione di questa legge e dopo il referendum confermativo, toccherà a ciascuna istituzione di far vivere al meglio il nuovo Senato, quale luogo di integrazione delle varie anime del territorio e fattore di integrazione europea, che stiamo consegnando al Paese”.