‘Servono infrastrutture e una PA efficiente per attrarre investimenti’
 ‘Per anni è stato sottovalutato quello che stava accadendo e poi non si sono valutati gli effetti della crisi sul Mezzogiorno’. Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, in una intervista all’Avvenire interviene nel dibattito sul Sud. ‘Non c’è più tempo, non c’è tempo da perdere’. Perciò saluta con soddisfazione la Direzione del Pd di venerdì sul Mezzogiorno. ‘Ci voleva’. Ma avvisa. Guai a farne motivo per una «resa dei conti» tra i governatori e il premier. ‘L’Italia si salva tutta o non si salva’.
‘Stiamo attenti a non partire col piede sbagliato, non è una resa dei conti. Qui non c’è una rivendicazione da fare, ma un’assunzione di responsabilità comune. Non ricalchiamo vecchi schemi. Se lasciamo passare ancora del tempo la situazione potrebbe essere irreversibile. Il rapporto Svimez denuncia un dramma: in questi anni il Mezzogiorno ha sofferto la crisi più del Nord, e rischia di vedere trasformarsi quella che è una crisi ciclica per una parte del Paese in sottosviluppo permanente. Dobbiamo investire tutto quello che abbiamo, favorendo il coordinamento di tutte le istituzioni responsabili e orientiamo la spesa su obiettivi precisi che siano coerenti con lo sviluppo possibile per ciascuna regione. Il Mezzogiorno è più di uno. Le realtà della Puglia, della Calabria o della Campania non sono omogenee.Ma tutto il Sud sconta l’assenza di una visione e di politiche di sviluppo. Da anni. L’ultima esperienza risale al primo governo Prodi e si legava allo sviluppo locale con un protagonismo vero degli enti locali e un disegno strategico. Ma oggi i comuni sono allo stremo. Non si può chiedere oltre perché non hanno più risorse’.
‘Siamo in un’emergenza – continua la senatrice del Pd – e in questa fase dobbiamo scegliere, territorio per territorio, alcune vocazioni importanti e finalizzare gli investimenti. Per esempio, sulla Sicilia il fondo strategico dovrebbe investire nel turismo. IN questi anni potrebbe essere un modo per sostenere un territorio che non ce la fa più, tra disoccupazione giovanile, specie femminile, e la caduta della fertilità che è definita uno ‘tsunami’ dal rapporto Svimez…’
‘Penso che la prima cosa sia assicurare lavoro alle donne, perché con tante donne giovani fuori dal mercato del lavoro il nostro sistema pensionistico non è più sostenibile. Per la maternità qualcosa c’è già, ma non si fanno figli se non si ha lavoro’.
Sulla proposta di ‘Stati generali’ del Sud, lanciata dal ministro Guidi la Finocchiaro dà una opinione positiva:
‘Bene, si faccia. Tutto quello che è possibile fare si faccia. Ma le Regioni si devono impegnare a fondo. Abbiamo vissuto per troppi anni l’incapacità di spesa dei fondi europei. Da una parte c’è una responsabilità delle amministrazioni
La criminalità organizzata oggi c’è anche al Nord. Io penso che gli investitori esteri non investano al Sud per le infrastrutture deficitarie e una Pubblica amministrazione non affidabile. Il fatto, come dice Saviano, è che nel Mezzogiorno c’è una presenza strutturale che ha creato contesto, mentre nel Nord la presenza criminale è tale e punto’.
Poi la parlamentare del Pd interviene sulla questione del Ministero per Il Sud: ‘Un ministro senza la possibilità del governo dei fondi strutturali non ha senso. È un’etichetta su una porta’.
‘Credo – conclude Anna Finocchiaro – che si debba lavorare da una parte per tenere insieme tutta l’Italia e poi tutti facciano un passo in avanti. Non c’è un prima e un dopo. Il Sud è un problema di tutto il Paese’.

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