“Il Partito Democratico deve tornare a essere, senza prepotenza ma con responsabilità, l’asse di riferimento all’interno del panorama politico di un mondo ampio, culturalmente progressista e sinceramente riformista”. Lo scrive la ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, in un articolo pubblicato oggi dal quotidiano ‘la Repubblica’.

Alla luce del sistema elettorale proporzionale che emerge come soluzione dal dibattito parlamentare e in relazione al confronto interno al PD, la ministra scrive: “A me pare che non ci sia discorso sulla legge elettorale che possa andare scisso da una precisa, e studiata, strategia politica sul quadro delle alleanze con cui ci si presenta al voto e con cui si intenda, in caso di vittoria, governare. È questo un vuoto clamoroso della nostra riflessione politica”.

“Tacere agli elettori un punto essenziale per la decisione di voto, e francamente passare da “la sera del voto bisogna sapere chi governa” a “vedremo poi” mi pare un’acrobazia poco credibile. D’altro canto, non sviluppare oggi una strategia per il dopo rischia di indebolire fortemente la stessa proposta del PD, la sua identità di centrosinistra, la sua affidabilità di rappresentanza di un’area di pensiero e consenso politico articolato su un sistema di valori contrapposto a quello di centrodestra”.

E su una eventuale grande coalizione Pd-Fi frutto del sistema proporzionale sottolinea come essa “non appare rassicurante sotto il profilo della stabilità e dell’efficacia politica del governare”. “Io penso – prosegue Finocchiaro – che siamo già in vistoso ritardo rispetto ad un’iniziativa politica che il PD avrebbe dovuto sviluppare nei confronti di ciò che si muove nel campo del centrosinistra, già organizzato o ancora da organizzare, ma che vive in tante esperienze civiche, di associazionismo, di volontariato”.

“Accanto a questo, io credo sia giusto e opportuno utilizzare al meglio il tempo che ci separa dall’appuntamento con il voto, portando a compimento una serie di riforme già avviate, che – se approvate – darebbero maggiore forza e credibilità al nostro Paese e all’impronta riformista del Partito Democratico: penso a provvedimenti già in dirittura d’arrivo come il processo penale, la concorrenza, il delitto di tortura, ma anche al nuovo codice antimafia, lo ius soli, il biotestamento”.


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