‘Siamo ad un punto limite, serve la ferrea volontà di arrivare in fondo. Semipresidenzialismo, confronto senza tabù’
Il processo riformatore non ha alternative nè ammette lungaggini: «Il tempo è finito». Comincia il 29 maggio e deve arrivare comunque al traguardo. Intanto meglio abolire l`attuale legge elettorale e riproporre il Mattarellum e non limitarsi a ritoccare il premio di maggioranza del Porcellum. Poi ci sarebbe il nodo giustizia: «Allo stato non fa parte dell`impianto delle riforme. E le intercettazioni non sono una priorità». Sono questi i paletti che fissa Anna Finocchiaro, presidente pd della Commissioni Affari costituzionali del Senato.
 Presidente, il 29 maggio si comincia. Ma dopo trent`anni di false partenze quali garanzie ci sono che stavolta si arrivi al traguardo?
«Credo che sia giusto trovare un procedimento legislativo più ‘compatto’ rispetto a quello stabilito con l`articolo 138 della Costituzione. Però parliamoci chiaro: sul tappeto c`è, ineludibile, la questione politica. Nella scorsa legislatura il processo riformatore si arenò sul nodo del semipresidenzialismo. Al di là delle polemiche su come la questione fu allora posta e che portò alla violazione dell`accordo sottoscritto tra i capigruppo di Pd e Pdl, quella vicenda ci dimostra che ci so- no nodi politici che vanno sciolti preliminarmente».
E oggi ci sono le condizioni per scioglierli?
«Vede, il nostro sistema è davvero arrivato ad un punto limite: pensi solo ai tempi e all`efficacia della decisione politica, ala necessità di nuove forme di partecipazione alla decisione politica non solo per il tramite della rappresentanza. Quindi ritengo dovremmo un po` tutti nutrire una sorta di impazienza – che non vuol dire fretta per fare male per arrivare fino in fondo. Senza tabù di sorta. Io sono disposta a discutere del semipresidenzialismo, qualora si presentasse. Insomma qualunque sia il procedimento che verrà scelto, dobbiamo risolvere con coraggio e determinazione i problemi politici che sono in campo. Solo così le riforme vedranno la luce».
Sta dicendo che non ci devono essere interferenze ‘esterne’, che tutto deve valutato e discusso nelle sedi parlamentari?
«Io penso che il procedimento legislativo deve essere sorretto da una volontà ferrea di fare le riforme. Solo questo garantisce il risultato. Altrimenti non ci sarà Convenzione e Commissione o tecnici che tengano. Se non c`è l`accordo di fare le riforme resteremo ancora una volta al palo. Tempo da perdere non ne abbiamo più: anzi, il tempo è finito».
 E la giustizia? E` uno scoglio che sta sempre lì. Peraltro il Pdl è tornato alla carica sulle intercettazioni…
«Allo stato non credo che quello della giustizia, intesa corna la intende il Pdl, sia uno dei temi di cui ci si occuperà. E il ragionamento vale anche per le intercettazioni che non sono certo una priorità né per il parlamento nè per il governo ». Parliamo di legge elettorale. Il ministro Quagliariello propone di rivedere nell`immediato il premio di maggioranza e poi rinviare alla decisione su semipresidenzialismo, cancellierato o quant`altro. Va bene? «Condivido il ragionamento di Quagliariello: prima la forma di Stato e poi la legge elettorale conseguente. Io sono pronta a discutere di tutto ma intanto ritengo che la priorità sia garantire ai cittadini che non si andrà più a votare con il sistema attuale e a tal fine non credo che basti ritoccare l`attuale premio di maggioranza. Meglio abrogare il Porcellum e ripristinare il sistema precedente con qualche piccolo aggiustamento: eliminare lo scorporo, introdurre una norma per equilibrare la rappresentanza uomo/ donna nella parte maggioritaria e in quella proporzionale e un meccanismo per evitare maggioranze diverse tra Camera e Senato».

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