«Con il voto di fiducia Verdini entra in maggioranza e questo non è accettabile: il Pd è nato per essere alternativo alla melassa centrista»: il senatore Federico Fornaro, tra i capofila della sinistra Dem, mette i puntini sulle «i». Passino le «maggioranze slegate» con i voti dei verdiniani, ma se l`appoggio diventa volutamente organico esplode la polemica.
Senatore Federico Fornaro, come sono le unioni civili uscite dal Senato?
«Avremmo preferito che il Pd avesse seguito il percorso parlamentare, probabilmente il testo finale avrebbe potuto contenere anche la stepchild adoption. Al netto del ricorso alla fiducia, che costituisce un precedente importante e delicato in materie di diritti civili, in sostanza il testo riconferma l`impianto iniziale della Cirinnà.
E quando la legge sarà approvata per le coppie omosessuali e per quelle eterosessuali ci saranno più diritti».
Come giudica il contributo determinante di Verdini e Ala?
«È vero che noi abbiamo ricercato una maggioranza parlamentare slegata dai confini del governo. Ma non si può fare come gli struzzi: con una coincidenza, secondo me voluta, si fa entrare Verdini nell`area di governo. Al di là dei numeri c`è il dato politico: quando si vota la fiducia ad un governo si entra a far parte della maggioranza parlamentare. Si è scelto di non vedere questo fatto e la complessiva deriva centrista. L`entrata di Verdini in maggioranza cambia la natura del governo e quella del Pd, per questo Roberto Speranza ha chiesto che si esprima il corpo complessivo del partito attraverso un congresso straordinario. Ed è stata significativa l`aggressione che ha seguito una richiesta assolutamente democratica».
Da questo voto la maggioranza esce rafforzata o indebolita?
«Ne esce come prima. Vedo però un percorso che ha messo in evidenza limiti e contraddizioni dell`alleanza di un partito di centrosinistra con uno che, nel nome, ha ancora la parola centrodestra, anche se con l`aggettivo nuovo”».
Lei può definirsi «bersaniano»?
«Sì, certo».
Quando il Pd di Bersani trattò con FI, Verdini compreso, nessuno protestava.
«Riprendiamo le cronache del 2013. Se Bersani avesse voluto l`accordo con Berlusconi e Verdini oggi sarebbe il presidente del Consiglio di un governo di larghe intese e Renzi farebbe ancorai` sindaco di Firenze. Proprio perché Bersani non volle fare il governo con Berlusconi e con Verdini si arrivò al passaggio del governo Letta e, molti lo dimenticano, al Letta 2».
Cosa rappresenta il partito di Verdini?
«Ala è una superfetazione parlamentare, un gruppo che non esiste nel Paese reale, nonha circoli, sezioni o federazioni. È una delle tante operazioni di trasformismo politico che hanno caratterizzato la storia d`Italia. E non va che il Pd, nato per cambiare il Paese, strizzi l`occhio a questa operazione. Riconosco invece ad Alfano una diversa dignità politica, dopo la scissione ha creato un nuovo partito, piccolo, ma con realtà sul territorio».
E il Partito della Nazione?
«Il Partito della Nazione è la negazione del Partito democratico. Un conto è essere un partito di centrosinistra avocazione maggioritaria, che cerca di interloquire con fasce di elettorato che tradizionalmente non guardavano alla sinistra: per questo nel 2007 abbiamo fondato il Pd. Altra cosa è un Partito della Nazione che come unico scopo ha il raggiungimento della maggioranza e il governo del Paese. Non abbiamo fondato il Pd per creare una melassa indistinta al centro dello schieramento politico italiano. I rapporti con Verdini vanno in questa direzione e per questo ci opponiamo».