‘Rispetto al Porcellum censurato dalla Corte Costituzionale, il nuovo accordo sull’Italicum rappresenta certamente un passo in avanti, anche se resta parzialmente irrisolto il problema della scelta dei parlamentari attraverso i capolista bloccati e le preferenze’. Lo affermano i senatori del Pd Federico Fornaro e Carlo Pegorer che poi continuano: ‘Resta, infatti, ancora non definito a priori il numero di deputati non selezionati dai cittadini ma dai partiti. Di conseguenza il rapporto finale tra nominati ed eletti con preferenze dipende unicamente dalla distribuzione del voto tra i partiti’. ‘E’ possibile invece – continuano i senatori del Pd – trovare una soluzione più trasparente e certa: stabilire per legge un numero fisso di deputati eletti su listini bloccati brevi di circoscrizione e individuare un numero di collegi significativamente maggiore di quelli dell’Italicum e quindi di dimensioni territoriale molto più ridotte. Prendendo come modello il Mattarellum, ad esempio, si potrebbero avere 143 (23%) di ‘nominati’ e 475 eletti in collegi con le preferenze, in territori con circa 125mila abitanti, anziché 100 collegi da 600mila abitanti circa, come prevedrebbe l’ultima proposta di modifica della legge elettorale. Si risolverebbe così anche l’anomalia di candidature plurime nei collegi, perché si potrebbe riservare questa possibilità solamente alla parte dei listini bloccati. In definitiva – concludono Fornaro e Pegorer – una quota di nominati può essere considerata accettabile e fisiologica per una democrazia, mentre non è accettabile e di dubbia costituzionalità che non sia determinato a priori il suo numero e che nei fatti, con i dati degli ultimi sondaggi la quota eletti con le preferenze possa oscillare tra il 40 e il 50% del totale. Un rapporto corretto e democraticamente sostenibile potrebbe essere: 75% eletti con preferenze in collegi piccoli e 25% eletti su listini bloccati ‘corti’, per rispondere alle giuste obiezioni della Corte sulla riconoscibilità dei candidati’.
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