‘Quando si citano, come è stato fatto ieri all’Assemblea del gruppo Pd del Senato, le tesi dell’Ulivo del 1996 o ancor più indietro, le posizioni favorevoli al monocameralismo del Pci, si dovrebbe per onestà intellettuale inquadrarli nell’architettura costituzionale pensata all’epoca’. Lo affermano in una nota i senatori della minoranza Pd Federico Fornaro e Carlo Pegorer.
‘La trasformazione del Senato nella Camera delle Regioni proposta nel 1996 si accompagnava, ad esempio, ad una Camera dei Deputati eletta con un sistema elettorale con collegi uninominali maggioritari a doppio turno sul modello francese, lontano anni luce dall’Italicum con i capilista bloccati. I resoconti del dibattito nell’Assemblea Costituente sulla composizione del Senato chiariscono, poi, come sia stata la sinistra a volere con forza l’elezione diretta dei senatori, non riconoscendo peraltro alle Regioni quel ruolo che, invece, dopo il 1970 hanno progressivamente assunto. La questione che abbiamo di fronte oggi è con tutta evidenza un’altra: superare il bicameralismo perfetto e affidare al nuovo Senato (eletto dai cittadini) ruolo e funzioni utili e coerenti con l’impianto complessivo della Costituzione. Nessuna nostalgia conservatrice per il passato, dunque – concludono i senatori del Pd – ma neppure una riforma che sull’altare della governabilità sacrifichi oltre un limite accettabile la rappresentanza (con il diritto di scelta dei cittadini dei propri rappresentanti) e il corretto equilibrio tra gli organi costituzionali, da sempre due pilastri della cultura politica e istituzionale del centrosinistra’.
‘La trasformazione del Senato nella Camera delle Regioni proposta nel 1996 si accompagnava, ad esempio, ad una Camera dei Deputati eletta con un sistema elettorale con collegi uninominali maggioritari a doppio turno sul modello francese, lontano anni luce dall’Italicum con i capilista bloccati. I resoconti del dibattito nell’Assemblea Costituente sulla composizione del Senato chiariscono, poi, come sia stata la sinistra a volere con forza l’elezione diretta dei senatori, non riconoscendo peraltro alle Regioni quel ruolo che, invece, dopo il 1970 hanno progressivamente assunto. La questione che abbiamo di fronte oggi è con tutta evidenza un’altra: superare il bicameralismo perfetto e affidare al nuovo Senato (eletto dai cittadini) ruolo e funzioni utili e coerenti con l’impianto complessivo della Costituzione. Nessuna nostalgia conservatrice per il passato, dunque – concludono i senatori del Pd – ma neppure una riforma che sull’altare della governabilità sacrifichi oltre un limite accettabile la rappresentanza (con il diritto di scelta dei cittadini dei propri rappresentanti) e il corretto equilibrio tra gli organi costituzionali, da sempre due pilastri della cultura politica e istituzionale del centrosinistra’.