I pensieri di Dario Franceschini valgono quanto i Pensées di Pascal. Cosa pensa Dario il Grande del Pd e di Elly Schlein? Dario il Grande pensa che Schlein “stia svolgendo una funzione storica perché ha fermato l`avanzata del M5s a discapito del Pd”, Dario il Grande ritiene che un referendum, quello sul Jobs Act, lo perde chi lo propone e non chi lo sostiene (tradotto: lo ha perso Landini perché il “referendum è in capo a Landini”). Dario il grande dice ai suoi cari che “la segretaria è stata coerente” e che il referendum lo ha trovato sul suo cammino, anche se lui suggeriva “maggiore cautela invece di caricarlo di significato”. Abbiamo seguito il metodo scientifico. Osservazione: Franceschini è un genio. Domanda: cosa pensa il genio? Ipotesi: si può costruire un articolo. Grazie alla raccolta di dati (telefonate a senatori e deputati, amici, e compagni di penna, ma anche meccanici del suo quartiere) si è arrivati alla conclusione e alla verifica: Franceschini non lascia Elly al suo destino perché il cuore, e Dario, ha le sue ragioni, che i riformisti del Pd non conoscono. (Caruso segue nell`inserto VI)
Franceschini loda Schlein, il flop referendum? “E` di Landini”
Franceschini non si pente, Franceschini ha più tigna della segretaria, Franceschini ragiona già al grande problema che si chiama legge elettorale. Perché Dario è il “Grande”? Perché Dario si merita il titolo di sommo? Lo merita perché quando nel Pd tutti dicono “serve una riflessione”, lui risponde, al Foglio (Franceschini che è l`essere che pensa per eccellenza) che, in verità, “lui non pensa”. Hegel, al massimo, gli può sostituire gli pneumatici. Andiamo alla Camera, al terzo giorno di “questa non è una sconfitta”, lì dove ormai giganteggia un solo uomo, Igor Taruffi, il compagno Makarenko di Porretta Terme, il responsabile organizzazione del Pd, l`emiliano che raggiungerà il socialismo (lavora tutto il giorno e non si lamenta mai, eroe!) “ma un passo alla volta”. Per rimanere nella gaia scienza, osserviamo che anche oggi il congresso Pd forse si farà domani (Antonio Decaro fa gli scongiuri perché se Schlein convoca il congresso sono cozze pelose, per lui). Meglio un`assemblea sul bagnasciuga. La novità è che l`astutissima Schlein sta pensando bene di mandare al mare i riformisti in segreteria e di allargare ai lettiani, la tenda di Anna Ascani e Marco Meloni. Cerchiamo lo spirito e il corpo di Dario il Grande, ma Dario il Grande quando decide di (non) manifestarsi lo fa attraverso le parole della ca- pogruppo alla Camera Chiara Braga che ha già dichiarato: “C`è certamente delusione per il mancato raggiungimento del quorum ma anche la convinzione che oltre 14 milioni abbiano lanciato un messaggio chiaro”. Ergo: si sta con la segretaria e con l`abaco di Ciccio Boccia. Dov`è Dario? Veniamo informati che Dario il Grande sta lucidando i fanali della sua Bmw, la motoretta che tiene nel suo ufficio-garage dell`Esquilino perché deve andare a festeggiare nientemeno che il camerlengo Pierluigi Castagnetti, 80 anni, auguri, altro esempio del club degli ottantenni (in questo paese, coraggio e sincerità sono severamente vietati prima degli 80 anni). Sgrassiamo interlocutori, elettrauti che hanno il privilegio di parlare con il Grande. Insomma, ma Dario cosa pensa della “non sconfitta”? Un gommista del Pd: “Dario ha parlato, ha detto delle cose”. Emozione. Il gommista continua: “Dario dice che la sconfitta è in capo a chi ha promosso il referendum e il referendum lo ha promosso Landini non certo Schlein che coerentemente ha mantenuto la sua posizione e non ha scelto la viltà”. Ma cosa pensa Dario il Grande nel profondo? Davvero non si è pentito di aver sostenuto Schlein? E qui, l`affare si complica. Raccontano che a una cena questa dolorosa domanda sia stata rivolta al Grande: “Dario, ma ci credi ancora, non è che forse hai
sbagliato su di lei?”, e lui, il Grande dicono si sia sentito quasi ferito perché di fatto è Franceschini che ha imposto la mano filosofale, è lui che nei cieli alti ha garantito: “E` lei la figura giusta”. Ora che lo rimproverano, il Grande, piuttosto che riconoscere di aver sbagliato a valutare, compone dei trattati in difesa della segretaria, spiega che “era l`unica che poteva risvegliare il partito e che ha avuto una funzione storica, fermare il populismo”. Sì, ma alle politiche si vince? Il Grande che ne sa sempre una più di Pascal dice che la preoccupazione è la legge elettorale e che Meloni potrebbe scegliere di cambiarla e di spaccare ancora l`opposizione (come sta facendo con il terzo mandato) prevedere nella nuova legge l`indicazione del premier. E sono cavoletti di Porretta Terme. A quel punto che si fa? Il genio non si scompone e squaderna il teorema agli illuminati: primarie o insalata. Se ci sono le primarie bene, altrimenti ognuno corre con il simbolo da premier e dopo si condisce la cipolla. Scriveva Pascal che il pensiero fa la grandezza dell`Uomo, ma con Dario il Grande si fa tutto piccolo: il referendum perso, il campo largo smandrappato, la legge elettorale maionese. Era sempre Pascal a dire che bisogna scommettere sull`esistenza di Dio così come Franceschini continua a scommettere su quella di Schlein. Volete vedere che ha perso la ricevuta?