“Sulla questione ex Ilva si deve fare molto di più, il decreto non basta perché con Ilva parliamo del futuro industriale del Paese. Dal Governo in questi mesi abbiamo assistito a troppi errori ed omissioni, non possiamo nascondercelo. Oggi discutiamo un provvedimento che apporta alcune novità che sono già state superate dai fatti. L’amministrazione straordinaria, inevitabile dopo il pronunciamento del Tribunale di Milano. La proroga della Cassa integrazione, su cui però si poteva fare meglio. E soprattutto le risorse necessarie al rilancio dell’azienda, che non sono abbastanza”. Lo ha detto la senatrice del Partito Democratico Annamaria Furlan intervenendo in Aula durante la discussione generale sulla conversione in legge del decreto ex Ilva. “Nessuno potrà dimenticare le liti nel Governo su un memorandum siglato da un Ministro contro un altro, provando a tenere a galla un imprenditore che si è dimostrato inaffidabile”.
“Se davvero vogliamo salvare l’ex Ilva – ha sottolineato Annamaria Furlan – dobbiamo partire da questo punto cercando di essere onesti: servono maggiori risorse. I 320 milioni di euro, stanziati solo per il 2024, non basteranno neanche a pagare le fatture delle aziende dell’indotto, i cui lavoratori sono da dicembre senza stipendio”.
“Da troppi anni – ha aggiunto la senatrice Pd – discutiamo della crisi di questa Azienda, una storia infinita di errori che insegna tutto ciò che non si deve fare. Acciaierie d’Italia è un’azienda strategica per il nostro paese. Lo stabilimento di Taranto è l’acciaieria più grande d’Europa, l’azienda impiega circa 20mila lavoratori tra diretti e indiretti, una media città italiana che vede a rischio il proprio futuro”.
“Sapete qual è il paradosso? Che affrontiamo uno scenario di crisi gravissima, quasi a rischio di chiusura delle attività, nonostante la forte ripresa registrata dal mercato dei metalli. Oggi con questo decreto viene assicurata la continuità aziendale – ha concluso Furlan – ma serve molto di più per garantire la continuità produttiva ed una governance all’altezza”.


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