Annamaria Furlan, esponente del Partito Democratico in Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza a Palazzo Madama e già segretario generale della Cisl, è la protagonista dell`intervista realizzata da Valerio Dell`Olio, presidente dell`Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Avezzano.
L`evoluzione del mondo del lavoro e le dinamiche demografiche preoccupanti in Italia impongono una seria riflessione sul tema delle pensioni. È sufficiente un restyling oppure è giunto il momento di una riforma strutturale?
Non possiamo rimanere inerti. Il tema della previdenza è un tassello fondamentale del welfare state alla radice della nostra carta costituzionale e riguarda la vita quotidiana delle persone, significa parlare dei diritti di cittadinanza e soprattutto palare di lavoro. Ritengo opportuno creare una pensione di garanzia per i giovani che li tuteli dal punto di vista previdenziale non solo durante gli anni di studio ma anche nei momenti di precarietà. Occorre inoltre una vera flessibilità di uscita dal mercato del lavoro del nostro paese, le rigidità attuali bloccano il ricambio generazionale.
Dalla Legge Fornero in poi si parla sempre dell`età da raggiungere per andare prima in pensione. Ma poi si stima che i trentenni di oggi avranno pensioni poco dignitose. Quali misure adottare per una previdenza flessibile ed equa?
L’attuale governo ha fatto la campagna elettorale affermando: “Mai pio Legge Fornero. In verità non ha fatto nulla di tutto questo. Anzi su opzione donna ha reso impossibile alle donne utilizzare anche questo strumento. Non bisogna inoltre, trascurare le donne che non riescono ad arrivare agli attuali criteri per potere andare in pensione perchè sono le prime ad essere penalizzate nel mercato del lavoro per la discontinuità contributiva molto alta. Vanno create quelle condizioni di rivalutazione delle pensioni che devono essere un diritto per tutti.
Donne e pensioni, come affrontare il “gender gap” della previdenza in Italia?
Il primo modo per riconoscere il valore sociale per tutta la comunità, del lavoro di cura e del fare figli, è considerarlo innanzitutto anche in previdenza. Riconosciamo almeno un anno per figlio alle donne,
altrimenti continuiamo a blaterare su denatalità ed esclusione delle donne dal mercato del lavoro, e non realizziamo invece strumenti che agevolino le donne.
Intanto sono proprio i pensionati a basso reddito che lanciano un appello al governo…
Continuiamo a vedere bloccate per i pensionati e le pensionate quel minimo di perequazione che riesce a coprire l`inflazione nel nostro Paese. Il carrello della spesa è sempre più scarno e povero. Senza una rivalutazione delle pensioni la perdita del potere d`acquisto in Italia è destinata ad aumentare. Quindi è necessario creare quelle condizioni di rivalutazioni delle pensioni che deve essere un diritto per tutti e per tutte.


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