«La Liguria è la cartina di tornasole di ciò che il centrodestra sta facendo al Paese: non ha una politica industriale, del lavoro, la sanità pubblica è al tracollo, le infrastrutture sono al palo»: Annamaria Furlan, ex segretaria generale Cisl, senatrice Pd eletta in Liguria, commenta così la candidatura del sindaco di Genova Marco Bucci a presidente della Regione del centrodestra.
Perché la Liguria è lo specchio del Paese?
«L`Italia è in una situazione grave. I dati della produzione industriale che indicano meno 3, le crisi aziendali in settori strategici, la mancanza di una politica industriale, di un piano energetico, la sanità pubblica che non dà più risposte chi poi rinuncia a curarsi: tutto questo succede anche in Liguria. Dalla crisi Ilva, di cui la Regione non si è minimamente curata all`incertezza su Ansaldo Energia. E aspettiamo da anni che Piaggio Aeronautica, azienda innovativa del Paese, esca dal commissariamento. Poi, le opere di cui si è tanto vantato il centrodestra sono al palo. La Gronda non parte, il Terzo Valico è in ritardo, la Diga è incagliata: un conto è parlare, un conto è fare. E il centrodestra ha chiacchierato tanto e fatto poco».
Eppure Bucci “sindaco del fare” rinfaccerà in campagna elettorale al centrosinistra di essere “quelli del non fare”.
«Lo sanno bene le cittadine e i cittadini di Genova. La città avrebbe avuto bisogno di soluzioni alle emergenze sociali e industriali: non ci sono state in tanti anni di gestione del centrodestra. Lo toccano ogni giorno, basta prenotare una visita medica, convivere con il timore di perdere il proprio lavoro o avere nella propria famiglia un anziano per capire che si è abbandonati a se stessi. Stare in lista d`attesa un anno per fare una mammografia definisce il discrimina tra avere speranza di vita oppure no. Ecco perché serve un cambiamento radicale».
L`ha stupita la candidatura del sindaco di Genova?
«Beh, fino a qualche giorno fa assicurava che avrebbe portato avanti il mandato che gli avevano dato i genovesi. Ha cambiato idea. Ora possiamo iniziare la campagna elettorale, confrontandoci sui progetti per la Liguria: adesso la partita si fa vera e non ci fa paura».
Che tipo di scelta hanno fatto i leader del centrodestra con l`investitura di Bucci in Liguria?
«Non mi interessa un granché sapere perché sono stati costretti a rivolgersi al sindaco di Genova. Che peraltro ha rotto il patto di coerenza con i genovesi. A me interessa che finalmente parta una campagna elettorale sul merito delle proposte. Per troppo tempo le scelte non sono state discusse con le cittadine e i cittadini. La politica deve tornare, a partire dalla campagna elettorale, ad essere il luogo del confronto, della discussione, non delle chiacchiere, ma dei progetti operativi».
Il modello Bucci potrebbe essere insidioso alle urne?
«Bucci e Toti hanno condiviso lo stesso modo di fare politica, ben lontano dal nostro. Per noi, la politica è partecipazione delle cittadine e cittadini, abbiamo rispetto dei moli e delle istituzioni egli accordi con i privati si stringono negli spazi e nelle aule istituzionali».


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