“Questa Nota di aggiornamento di Economia e finanza ci preoccupa non tanto per quello che contiene, ma per quello che non c’è e di cui avremo bisogno, in una legge di Bilancio che si presenta davvero un po’ male. Proviamo delusione e grande preoccupazione, ci aspettavamo che nella Nadef il nuovo governo chiarisse un percorso, un modello, una visione del futuro che vuole realizzare nel Paese. Certo, c’è l’intervento calmieratore del costo dell’energia per le nostre imprese e per le famiglie assolutamente urgente: 21 miliardi stanziati per il 2023 che non basteranno, sono un terzo di quanto previsto nel 2022. Non si prevede alcun elemento anticiclico, alcuna azione del governo perché non peggiorino le condizioni dell’economia e quindi del lavoro e delle famiglie”. Lo ha detto in Aula, nel corso della discussione sulla Nadef, la senatrice del Pd Annamaria Furlan.

“Non abbiamo trovato – ha proseguito Furlan – politiche redistributive per rendere più pesanti le buste paga e le pensioni, quei 4-5 punti di cuneo fiscale di cui si è sentito parlare in campagna elettorale. Non sappiamo neanche se verranno stanziati i 3,5 mld almeno per riconfermare il taglio Draghi in scadenza il 31 dicembre. Non una riga sulla detassazione dei rinnovi contrattuali e niente risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, a partire dalla scuola e dalla sanità. La pandemia non ha insegnato nulla: si prevedono ulteriori tagli alla sanità.  I 60 mila infermieri precari e i 15 mila medici che mancano si pensa di assumerli o di aspettare che tra due anni vada in pensione il 50% dei medici attualmente in servizio? Si è tanto parlato della scuola del merito: con oltre 70 mila precari non si fa”.


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