“Siccome quando si parla della dignità delle persone divento ostinata, torno a chiedere alla maggioranza e al governo: correggiamo in quest’Aula almeno gli errori macroscopici al decreto cosiddetto lavoro che è del tutto inadeguato. Siamo ancora in tempo, almeno per alcune categorie fragili si creino condizioni di dignità e serietà, come sono seri le donne e gli uomini del nostro Paese”. Lo ha detto la senatrice del Pd Annamaria Furlan, parlando in Aula sul decreto lavoro.

“Con questo decreto che nasce dalla campagna elettorale della destra per abolire il Reddito di cittadinanza – ha proseguito Furlan – si supera purtroppo in modo definitivo ogni tentativo di costruire una misura di contrasto alla povertà che ponga l’Italia accanto agli altri paesi europei. Addirittura si discrimina tra i poveri sulla base dell’età e l’assegno di inclusione diventa una misura categoriale, incentrata sulla famiglia con minori, anziani e disabili, tanto che circa il 50% degli attuali percettori rimangono esclusi. Il resto che fine farà? Che fine faranno i ragazzi che a 18 anni non vengono considerati più parte della famiglia che deve essere sostenuta, dovranno smettere di studiare? Altro tema è come si riconosce la possibilità di uno sbocco lavorativo, delicato soprattutto per chi deve uscire dalla povertà, sbocco che non si crea per decreto ma con impegno, risorse, investimenti sulle politiche attive che non abbiamo visto e senza i quali l’accompagnato al lavoro diventa finto. E vogliamo parlare dell’obbligo di accettare proposte di lavoro anche a tempo determinato e part time dalla Sicilia alla Valle d’Aosta? Veniamo alla precarietà, che viene allargata in tutti i settori. Non bastava aver ripristinato i voucher, addirittura vengono estesi a settori in cui c’è già notevole flessibilità contrattuale”.


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