‘La sanzione alle aziende che superano il tetto del 20% di contratti a tempo determinato sarà efficace’
«Le critiche? Per carità sono assolutamente legittime, ma io valuto comunque positivamente il decreto legge sul lavoro dopo le modifiche introdotte in Senato. Però, ancor prima di entrare nel merito, credo che sarebbe opportuno ricordarsi l`iter del provvedimento, che ha avuto una grande importanza nella determinazione del risultato attuale». Rita Ghedini è la senatrice democratica che in Commissione ha seguito passo passo l`evolversi del testo a Palazzo Madama dopo l`approvazione alla Camera. Ed è proprio da lì che parte la sua analisi.
Dunque, facciamo questo passo indietro…
«Non ho difficoltà a dire che per quanto mi riguarda il testo ottimale del decreto era quello che è stato approvato a Montecitorio. Nel quale, lo ricordo in relazione al punto più criticato del testo, era prevista nelle aziende la trasformazione in rapporti di lavoro indeterminati dei contratti a tempo determina- to eccedenti il tetto del 20%. Però non possiamo pensare che il Pd governi da solo, e quanto accaduto dopo è la logica conseguenza degli attuali equilibri politici».
Vale a dire?
«Se alla Camera è stato sufficiente il voto democratico per far passare il decreto, al Senato sappiamo che la realtà è un`altra. Da qui le modifiche apportate al testo per venire incontro alle richieste degli altri partiti che sostengono la maggioranza, delle modifiche che peraltro non hanno affatto stravolto la ratio del provvedimento. Anzi, sotto certi aspetti, penso ad esempio alla modifica della parte che riguarda la regolamentazione dell`apprendistato, ritengo che il passaggio in Senato abbia apportato dei miglioramenti».
Le forze politiche necessarie a raggiungere la maggioranza a Palazzo Madama sono collocate a destra del Pd. Dobbiamo aspettarci quindi lo stesso copione anche per i prossimi provvedimenti in materia di lavoro?
«No, non la vedrei in questo modo. Anche perché quel che sta accadendo sul decreto lavoro è figlio di particolari circostanze».
A che cosa si riferisce?
«Al fattore tempo. Non sfugge a nessuno che la discussione sul provvedimento è giunta a ridosso di un appuntamento della massima importanza quale le elezioni europee. Quindi, la discussione si è caricata di un`enfasi fuori dal comune. In particolare le forze politiche con minor seguito hanno sfruttato l`occasione per alzare la voce e cercare di guadagnare consensi, un fatto assolutamente lecito che però concorre a spiegare le dinamiche che si sono verificate dopo l`appovazione del testo alla Camera».
Resta il fatto che fra le critiche più accese ci sono quelle mosse dalle forze sindacali, Cgil e Cisl in testa, e qui le elezioni europee non c`entrano.
«Sicuramente, e con i sindacati il confronto è aperto e continuerà ad esserlo. Ognuno però fa il suo mestiere, e così se reputo ovviamente comprensibile che da una parte si dia la priorità alla tutela degli interessi del lavoratore, dall`altra parte occorre confrontarsi con la situazione politica di cui dicevo prima. Ma attenzione, questo non significa che l`esecutivo ed il Pd intendano sottrarsi ad una discussione sul merito».
A proposito del merito: Cgil e Cisl parlano di un provvedimento a favore delle aziende, che aumenta la precarietà. Qual è il suo pensiero?
«Comincio con il dire che condivido la critica laddove si sostiene che non è con la legislazione che si creano dei posti di lavoro. Del resto credo che nel governo nessuno coltivi questa convinzione. Non sono invece d`accordo con chi sostiene che questo decreto legge avrà un effetto negativo sui lavoratori. A mio avviso una volta approvato il provvedimento non creerà danni di alcun genere».
Anche con l`introduzione di una semplice sanzione al posto dell`assunzione a tempo indeterminato per le aziende che sforano il menzionato tetto del 20%?
«La sanzione non è poi così semplice, visto che a partire dal secondo contratto che supera il limite prevede il pagamento del 50% della retribuzione del lavoratore. Non credo proprio che ci saranno delle aziende disposte a seguire una strada del genere, è un deterrente adeguato».