Lettera al Direttore del Corriere della Sera
Caro Direttore, il suo giornale sta seguendo con molta attenzione la vicenda dei trattamenti a base di cellule staminali, che ha avuto grande eco anche in relazione al ‘caso Stamina’. Si tratta di una questione molto importante che ha investito proprio in questi giorni i lavori del Parlamento, chiamato a discutere in via d’urgenza il decreto legge Balduzzi. Affrontando la delicatissima e sensibile materia, regolata dall’articolo 2 del decreto sulla possibilità di impiego del metodo a base di cellule staminali, in Commissione speciale, al Senato, siamo giunti ad una soluzione unanime con l’intento di rispondere ad alcuni obiettivi: superare la soluzione derogatoria proposta dal Decreto legge ritenuta incompatibile con la certezza e la coerenza della legislazione; cercare di rispondere alle sofferenze e alle attese di cura delle famiglie garantendo l’avvio di una sperimentazione, regolata da norme e standard vigenti, che consenta di gestire, esclusivamente in strutture pubbliche, la metodica in sicurezza e di valutarne con rigore scientifico l’efficacia. Comprendiamo l’enorme carico emotivo e di cura che grava su chi assiste un proprio caro affetto da malattie per le quali ad oggi non esistono cure o terapie di provata efficacia. Siamo anche consapevoli che per queste famiglie è necessario rendere disponibili trattamenti innovativi. Ma siamo altrettanto convinti che tutti i cittadini abbiano diritto a ricevere informazioni adeguate sulla sicurezza e sull’efficacia delle terapie cui vengono sottoposti. La tutela della salute richiede rigore e validazione scientifica, nel rispetto in primo luogo dei pazienti ai quali il sistema sanitario deve garantire terapie coerenti con le norme sulla sicurezza dei trattamenti e sui loro benefìci. Per questo abbiamo lavorato sostanzialmente in due direzioni: la prosecuzione delle terapie già iniziate e l’avvio di una sperimentazione. Sul primo aspetto la proposta è quella di garantire la prosecuzione delle terapie già iniziate prima dell’entrata in vigore del decreto-legge, ma esclusivamente in laboratori e con procedure conformi alle norme vigenti. Per la sperimentazione la proposta e’ di garantire che questa avvenga in un quadro di norme certe. Questo è quanto abbiamo ritenuto necessario a tutela della sicurezza e della qualità dei trattamenti, nell’interesse in primo luogo dei pazienti che il servizio sanitario nazionale ha in carico Cordiali saluti e grazie per l’attenzione.

Sen. Rita Ghedini, Capogruppo Pd in Commissione speciale
 Sen. Nerina Dirindin (Pd), componente della Commissione speciale