‘Il Documento di Economia e finanza che il Parlamento si appresta ad approvare attesta in sostanza il lavoro svolto dal governo Monti per il risanamento di bilancio. Come ha già annunciato il premier Letta, sarà necessario approvare al più presto un’integrazione al DEF che contenga proposte programmatiche compiute per il breve e medio periodo. In questo contesto riteniamo che la crescita sia la condizione essenziale per recuperare competitività e livelli occupazionali di standard europeo e per affrontare con successo il percorso di rientro del debito pubblico che l’Europa richiede. Dall’analisi del documento risulta evidente come le misure di stabilizzazione da sole non potranno essere risolutive, né gli obiettivi di finanza pubblica raggiunti e mantenuti in assenza dell’innalzamento del potenziale dell’economia, mentre è necessario concentrare l’attenzione sul sostegno all’occupazione, in particolare giovanile’. Lo ha detto nell’Aula del Senato la senatrice del Pd Rita Ghedini, relatrice al DEF. ‘Il quadro di finanza pubblica delineato dal DEF – ha spiegato Rita Ghedini – risulta complessivamente positivo, soprattutto se paragonato con la situazione emergenziale del secondo semestre del 2011. Il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali è previsto già nel 2013. Il mantenimento del deficit in termini nominali per quest’anno e per gli anni successivi al di sotto del limite del 3,0 per cento consentirà, intorno alla metà giugno, all’Italia di uscire dalla procedura di deficit eccessivo. Sulla base di questo, e con la conferma del pareggio di bilancio in termini strutturali e di indebitamento netto al di sotto del 3 per cento per gli anni 2014 e 2015, l’Italia potrà chiedere alle istituzioni europee di beneficiare di maggiori margini di flessibilità rispetto alle regole di bilancio, recuperando risorse per gli investimenti indispensabili a far ripartire l’economia. Accanto all’emergenza di misure per il lavoro e la crescita, occorre poi segnalare l’urgenza del potenziamento delle misure e degli strumenti di lotta all’evasione fiscale e alla corruzione fiscale – ha concluso Rita Ghedini – indispensabili a recuperare una parte consistente di quei 180 miliardi di euro che oggi sfuggono al circuito dell’economia legale e che potrebbero ridurre il dato sulla pressione fiscale’.