La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha oggi concluso l’esame del decreto-legge sulla cittadinanza, dando mandato al relatore per l’avvio della discussione in Aula. “Un passaggio istituzionale importante, ma segnato da un’assenza significativa: la Lega non ha partecipato alla votazione”, si legge in una nota del Senatore del PD eletto all’estero Francesco Giacobbe. “È un fatto politico rilevante – ha dichiarato Giacobbe – che dimostra quanto questo decreto non soddisfi quasi nessuno, neanche le forze che lo hanno promosso. Si tratta di un provvedimento confuso e sbilanciato, che si accanisce in modo indiscriminato contro gli italiani residenti all’estero, minacciandone i diritti fondamentali. Mi auguro che questo dissenso della Lega possa trasformarsi in aula in disponibilità per migliorare il decreto”. “Tra i punti più controversi del decreto – prosegue la nota – vi era un emendamento che avrebbe imposto a cittadini italiani maggiorenni nati all’estero, da genitori e nonni anch’essi nati all’estero, l’obbligo di presentare un certificato di conoscenza della lingua italiana (livello B1) entro tre anni dall’entrata in vigore della legge, pena la perdita della cittadinanza. Fortunatamente, tale proposta è stata bocciata dalla Commissione Bilancio per mancanza di copertura finanziaria”. “È un sollievo che questo emendamento sia stato respinto – ha proseguito Giacobbe – perché si trattava di una norma vergognosa, che metteva a rischio centinaia di migliaia di cittadini italiani nati all’estero. Ma è grave che non sia stata scartata per motivi di principio o di diritto, bensì per una questione di bilancio. In pratica, i costi sono stati considerati più importanti dei diritti delle persone”. Giacobbe ha ribadito che continuerà a “battersi in Aula per la tutela della cittadinanza italiana come diritto fondamentale, soprattutto per le nuove generazioni e per le comunità italiane radicate nel mondo”. “Dobbiamo costruire ponti, non erigere barriere burocratiche. Le comunità italiane all’estero sono una risorsa strategica per il nostro Paese e non possono essere trattate come un peso”, ha concluso.


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